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Intervista a Grossover: il rapper delle 27 ore di freestyle

Rapper calabrese

Abbiamo scambiato qualche parola con Grossover, il rapper romano d’origine calabrese che ha mandato la propria candidatura al Guinness World Records, dopo aver fatto freestyle in diretta Instagram e Facebook (dalla cui pagina si possono riguardare le dirette) dalla sera del 17 alla mezzanotte dello scorso 19 febbraio 2019 per 27 ore consecutive su argomenti dati dai followers.

Con l’uscita del suo EP “Depre” il suo canale Youtube sta crescendo, ma ancora non ha un granello di tutto il seguito che merita, per questo v’invitiamo ad ascoltare le sue canzoni direttamente da qui

Ciao Grossover, noi ti abbiamo scoperto grazie al video ufficiale della tua canzone “Paradise, realizzato da Gabriele Il Fauno. Com’è nata l’idea di questo video?

Bella TuberFan, innanzitutto grazie mille per lo spazio concessomi. Il video è stato girato tra Sabaudia e S. Felice Circeo, città che ho citato nella quartina “Prima che gli autisti facessero multe, mi svegliavo alle 5 e poi montavo in sella, le belle città di qua le ho viste tutte: Sabaudia, San Felice e Santa Marinella”, da un punto di vista affettivo ci tenevo proprio che il video fosse registrato lì. Avevo mandato una scenografia a Gabriele su come volevo il video, ma lui ovviamente è un vero artista e mi ha proposto tutt’altro di ciò che avevo in mente, e da questa sua idea che ho appoggiato fin da subito è nato poi il videoclip. Gli attori GiuliJointz e Manuel Ferrara hanno aderito al mio progetto supergasati e quindi, anche se il video non è esploso a livello di numeri, la giornata di riprese è stata una figata. Ringrazio di cuore anche Alessandro Para, che ha curato le riprese aeree. Questo video non si spiega, va guardato.

Nel tuo EP “Depre” oltre a diversi stili vocali, ci sono anche diversi stili di scrittura. “Princesse Céline” ad esempio ha la stessa espressività di “Rolls Royce” di Achille Lauro, “Periodo di merda” è molto esplicita come se fosse un “64 bars” della Red Bull, e “Paradise” ha un qualcosa di Indie. Che importanza hanno i testi nella tua musica?

I testi hanno un rilievo fondamentale nelle mie canzoni, sono un artista che ha qualcosa da dire, che ha vissuto e che vive, e forse se avessi pensato più alla musicalità che alle parole sarei stato capito maggiormente dal pubblico medio odierno del Rap italiano, ma la mia indole è quella di lanciare messaggi, poi penso al resto. Adoro molto variare nella scrittura, mi piacciono molto la crudezza e l’esplicitezza dei testi americani, ma prendo anche spunto dai riferimenti culturali di Franco Battiato, dalla forma di Cesare Cremonini che mira a farti conoscere cose nuove, dalla spontaneità nello storytelling di Max Pezzali e altri modelli che io reputo molto qualitativi e genuini nello scrivere, talvolta tutt’altro che presi come riferimento dagli ascoltatori “intellettuali”. L’importante é raccontare ciò che si vive, non é essenziale avere molte rime interne nei versi o parlare di determinati argomenti underground per dimostrare la propria bravura autoriale.

Quali sono invece i tuoi progetti futuri? Stai lavorando su un determinato personaggio o cosa?

Io sto trovando me stesso sempre di più, sto mettendo nelle mie canzoni il frutto di questi miei 21 anni. Sarà una nuova linfa, non per niente il 21 è il giorno in cui a marzo comincia la primavera.

Parlando di Freestyle, hai citato Catullo su Facebook, dicendo che vivi un periodo di “Odi et amo” con questa disciplina, poco prima aver raggiunto le famose 27 ore ed essere poi selezionato per la tua seconda finale nazionale per il Fat Groove di Avellino. Come va con lo “stile improvvisato” in questo periodo?

Un po’ maluccio, direi. Non vinco mai, allo stesso Fat Groove non sono stato capito né dal pubblico né dalla giuria, sicuramente non è la mia strada, e ultimamente da diversi mesi quello che voglio è esprimermi nelle canzoni scrivendole e cantandole e magari interpretando dal vivo qualche cover/mash up di canzoni storiche italiane a modo mio e col mio “perché artistico”. Il freestyle italiano sta crescendo qualitativamente a dismisura, è probabile che se tra qualche mese mi riviene la voglia mi ci ributto come si deve, ma quest’anno ho preferito non frequentare ambienti come il Fight Club, che rispetto tanto e che secondo me o si è convinti al 100% della partecipazione o è meglio non confrontarsi in una competizione del genere.

Cosa ne pensi invece dei Talent Show?

A parer mio, non sono un male, ma possono esserlo per la carriera se non si è pronti da un punto vista estetico e d’immagine, prima che discografico. Il Rap non é ancora Pop in certi ambienti, come vorrebbero farlo sembrare le classifiche FIMI, poi il mio non è un Rap facilmente comprensibile, molti mi etichettano come “Pop Rap”, ma quello che faccio io è semplicemente mettere in rima e in nota la mia persona, che ad oggi è lontana dall’essere simile a Benji & Fede ad esempio.

Dalla tua biografia si legge che il 27 maggio 2016 sei stato ospite con “Italia Libera” insieme a volti noti, tra cui l’attuale David di Donatelloper Miglior attore protagonista Alessandro Borghi, com’è stato esibirsi davanti a lui?

Ho visto il film “Sulla mia pelle”, davvero molto emozionante, e il video di Salmo “Lunedì” in cui ha recitato alla grande, auguro al grandissimo Borghi tutte le fortune del mondo! È stata sicuramente un’esperienza bellissima che porto nel cuore, come il fatto che gli altri ospiti fossero Francesco Pannofino e addirittura Kasia Smutniak, che quando ho cantato la mia “Italia Libera” era in prima fila, e considerando che lei è la mia attrice preferita è stato tutto molto grandioso.

Un anno più tardi invece hai cantato un brano contro la violenza sulle donne davanti al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e l’ avv.ssa Lucia Annibali, ma in rete non è ancora stato pubblicato. Potrebbe uscire dopo 3 anni o l’avevi preparato solo per l’occasione?

Chissà, mai dire mai. Sono tematiche che mi toccano. Pensa che qualche mese fa l’ho esibito ad Ostia davanti a dei ragazzi delle scuole superiori!

Come vivi il fatto che sei salito sullo stesso palco di big del calibro di Nek, Fabrizio Moro o Luchè, ma su Youtube non hai grandi cifre?

Se non fosse stato per ciò che mi ha dato dal vivo “Italia Libera” molte di queste occasioni sicuramente non ci sarebbero state, probabilmente farei musica, ma forse ancora mixtape su strumentali americane. In questi anni ho sempre puntato dal vivo a farmi valere, sto accumulando molta esperienza, anche post apertura di Nek e Moro. Al Mind The Flow spesso vado a presentare una mia impronta più Pop in mezzo ad altri giovani artisti palesemente Hip Hop. Se avessi sponsorizzato o se mi fossi tinto meglio (ride, ndr) avrei raggiunto qualche numero in più. Viviamo in una società materialista, senza un’immagine curata non si va molto lontano. La morte di Facebook si è riversata sugli emergenti, che oggi, se meritano, al massimo vengono postati nelle storie di Instagram, e i followers di chi li posta non vanno a cercare su Youtube nella maggior parte dei casi, poi solo chi ha più di 10000 followers può facilitare la conoscenza di nuovi artisti con lo Swipe Up. Senza sponsorizzazioni o altri compromessi è dura emergere, ma non complicatissimo.

 

Grossover, grazie mille per la coinvolgente chiacchierata, ti auguriamo tanta fortuna in ambito musicale e prima di tutto che ti venga convalidato il record mondiale tanto meritato! Per chi volesse ascoltare “Depre EP” su Spotify clicchi qui 

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