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Intervista esclusiva a Michael Righini

intervista Michael Righini

Abbiamo scambiato qualche parola con una delle webstar più iconiche di YouTube Italia.

Michael Righini è uno dei comici più apprezzati di YouTube Italia: il suo canale conta infatti circa 777.000 iscritti. Egli tuttavia non è un semplice comico, ma è anche un regista e sceneggiatore che cerca in tutti i modi di marcare con una mano d’autore precisa (trovate qui l’articolo in cui ho analizzato tutta la sua carriera).

In questa intervista fatta alla celebre webstar quest’ultima ha parlato di diversi elementi: dei suoi lavori che vanno da quelli comici a quelli più drammatici, del suo rapporto con i suoi grandi collaboratori, di YouTube Italia e molte altre cose. Vi auguro quindi una buona lettura.

Io: Prima di diventare uno youtuber tu hai fatto diversi lavori manuali. Quanto è cambiata la tua vita da quando hai cominciato a realizzare corti per la piattaforma?  

Michael: Tantissimo. In certe cose nulla, nel senso che vivo sempre nella stessa zona, ho gli stessi amici ed è tutto uguale. Dal punto di vista lavorativo invece è cambiato. Io ho iniziato a lavorare da ragazzino applicandomi per più di dieci anni nelle mansioni manuali. Ho iniziato poi a fare un lavoro utilizzando la mente e la creatività e non più le mani, quindi è cambiato tanto e sono contento, perché nonostante il lavoro manovale sia un bellissimo mestiere io sono più portato in quello di comico sicuramente e mi diverto di più. Una cosa di cui sicuramente sono contento è di non aver fatto subito questo lavoro. Dico ciò perché diversi youtuber si sono messi molto giovani a fare questo tipo di mestiere. Per carità, non c’è niente di sbagliato: io ho iniziato quando avevo 23 anni, però adesso ci sono diverse persone che si ritrovano anche a 16 anni ad esplodere su Internet. Io sono contento di aver lavorato tanto prima perché mi ha dato molte regole e mi ha lasciato molto con i piedi per terra. Forse se avessi fatto subito questo nel momento di boom mi sarei magari un po’ involontariamente montato la testa. L’aver iniziato più tardi invece mi ha fatto avere modo di contestualizzare tutte le cose e di capire il valore della fortuna e dell’impegno. Penso sia bello sapere che abbia un lavoro diverso dal solito in cui io possa applicarmi dal punto di vista artistico e creativo.

(Michael Righini nel video “Come Smettere di Fumare 2”)

Io: Tra i progetti che hai fatto le webserie “Fuga dalla Morte”, “Come Mi Sono Innamorato di Te”, “Vita di Coppia”, “Fuga dalla Morte 2” e “Mio Fratello è Scemo” sono i tuoi lavori più lunghi che cercano di cambiare in meglio il format qualitativo di YouTube Italia. Come sono nati ognuno di questi progetti?

Michael: Intanto grazie, è un onore sentire questo. Che possano cambiare il format qualitativo di YouTube Italia sono molto contento. Sono nati tutti in modo completamente diverso. Il primo progetto, che tra questi è stato “Fuga dalla Morte”, è nato dal fatto che io avevo realizzato un sacco di video comici ma sono sempre stato appassionato di cinema fin da bambino (cosa che mi è stata trasmessa soprattutto da mio padre) ed avevo quindi un amore anche per generi più seri come appunto il dramma ed il thriller. In questo modo ho cercato di fare qualcosa che fosse completamente diverso dai miei video. L’idea è nata in un incubo: verso la fine del 2012 ho avuto un sogno in cui tutti dicevano che ero morto ed invece io ero lì e cercavo di tornare nel mondo reale e quando mi sono svegliato volevo qualcosa che cercasse di darmi quell’idea e poi, essendo anche fan di “Matrix”, “Inception” e tante altre idee in cui c’è sempre questo conflitto su cosa sia reale e cosa no, da lì nacque l’idea del coma. L’idea del coma l’ho fatto prima di tutto perché era un tema che mi interessava tanto ed anche perché era una cosa che non è mai stata applicata in una serie o in un film di successo, per questo fu figo pensarla in quel modo.

Per “Fuga dalla Morte” sono da una parte soddisfatto e dall’altra no. Io sono molto autocritico e vedo in essa mille difetti tecnici ed una regia ancora molto anonima rispetto alla seconda stagione: c’erano degli spunti interessanti in alcune scene ed in altre invece c’era una regia molto classica che consisteva solo in campo e controcampo senza niente di particolare. Il finale per esempio è una delle scene di cui sono contento per come è stata girata. Non sono contento dei camei che sono stati fatti nella serie e non tanto per gli youtuber che sono stati bravissimi, ma per un altro motivo: avevo creato “Fuga dalla Morte” affinché appartenesse ad un contesto più artistico e la metà per cui quindi non sono soddisfatto della prima stagione è stato quello di renderla accettabile ai vecchi fan e di farla quindi diventare più commerciale per YouTube di quell’epoca. Non solo dentro infatti ci sono diversi youtuber molto famosi all’epoca, ma io avevo un personaggio con un passato molto drammatico e se a volte inserivo delle scene comiche che ci potevo stare dall’altra parte invece uscivo troppo dalle righe per cercare di non snaturare il personaggio che avevo creato nei video comici precedenti e questa cosa oggi non l’apprezzo. Per metà quindi sono soddisfatto per la gran parte della sceneggiatura e dall’altra metà invece ci sono dei dialoghi che non mi piacciono, delle inquadrature che non mi piacciono ed inoltre un intento di commercializzare questa serie che se fosse nata subito come ho realizzato la seconda stagione sarei stato molto più felice.

(Immagine promozionale della prima stagione di “Fuga Dalla Morte”)

La seconda stagione infatti è stata completamente diversa per me perché ho mandato al vento l’idea di farla per popolarità. Io ogni giorno giravo pensando “Se questa serie fa anche solo 5 visualizzazioni non me ne frega niente.” Io ogni giorno giravo pensando se avessi mai avuto più l’occasione di girare un prodotto con i mezzi di cui disponevo come gli attori, le location, le apparecchiature ed il tempo. Essendo papà e tutto infatti non posso più avere il tempo di girare per mesi e mesi, etc. L’impegno quindi era tanto grande ed è stata una fortuna trovare i fondi tramite i crowdfunding. Io ho avuto la fortuna di scrivere e di girare ogni singolo passaggio esattamente come volevo io.  Ho cercato di fare questo: da una parte fare in modo che chi avesse visto la prima stagione potesse godersela di più… ma anche che non fosse per forza così, nel senso che a livello superficiale chi avesse iniziato immediatamente solo la seconda avrebbe comunque capito quello che stava succedendo. Chiaramente chi ha visto la prima nota più dettagli e sfumature, però volevo che non fosse esclusivo perché, siccome reputo la prima stagione qualcosa di riuscito a metà, volevo una cosa che potesse provenire da quell’idea perché era una cosa a cui sono affezionato e  a cui ci tengo veramente tanto ma che allo stesso tempo non doveva per forza essere radicato nel genere della prima stagione: infatti è cambiato il minutaggio, è cambiata l’atmosfera ed il mio personaggio è diventato molto più reale come doveva essere e quindi c’era qualche battuta ogni tanto, ma il mio personaggio era drammatico, sofferente e che aveva dei conflitti interiori di cui mi sono rivisto in molti aspetti. “Fuga dalla Morte 2” forse è l’opera più biografica che ho fatto, perché l’80% che ha questo personaggio corrisponde a quello che è successo a me e quindi ci ho messo proprio il cuore. Oggi quindi “Fuga dalla Morte” è ciò di cui vado più fiero, ma soprattutto per la seconda stagione. Mi dispiace che la prima stagione sia la prima cosa impegnata che ho fatto nella mia vita nonostante l’idea sia quella a cui tengo di più. Se avessi avuto più esperienza prima di fare la prima stagione (anche se sicuramente tra anni vedrò dei difetti anche nella seconda che noto già) avrei fatto molti meno errori di cui adesso mi mordo le mani.

(Michael Righini in un episodio della seconda stagione di “Fuga dalla Morte”)

Invece “Come Mi Sono Innamorato di Te” è nata come fonte di ispirazione per diverse sitcom che mi hanno cresciuto. Ho cercato quindi di fare all’epoca una serie che fosse meno impegnativa e mirata di più anche per quanto riguarda le visualizzazioni. Ho cercato di creare una trama che non fosse solo commedia ma anche puntata sul drammatico, tuttavia l’ho resa volutamente più superficiale e meno complicata. Invece di realizzare un video a sé ho cercato di creare una serie di video collegati tra loro dalla stessa trama ed argomento. Mi piaceva inoltre l’idea del fatto che un teen drama non fosse mai stato realizzato in Italia o almeno non avesse mai avuto grandi appeal per il pubblico. Tuttavia poi io e la protagonista ci siamo lasciati ed il progetto non è più proseguito sia per questo che per una questione d’età: non sono più adatto ormai per fare l’adolescente.

Io: Ma poi tu avevi anche dichiarato che non ti piace cambiare cast per personaggi già apparsi.

Michael: Si infatti, è una cosa che odio. Se un personaggio non c’è preferisco che esca dalla serie, ma il personaggio interpretato da Cindy era troppo importante e non poteva non esserci nel continuo. Essendo una cosa a cui tenevo tanto anche sentimentalmente all’epoca mi dava fastidio continuare anche solo per le visualizzazioni e non ne avevo bisogno, per questo ho cercato di fare altri progetti e da lì infatti nacque la voglia di realizzare “Fuga dalla Morte 2”.

(Sandra Sold e Michael Righini in un episodio di “Come Mi Sono Innamorato di Te”)

“Vita di Coppia” invece è stato anche lì un amore per le sitcom e mi piaceva l’idea di fare delle scene che non avessero tagli ed era una cosa che non avevo mai fatto. Prima di tutto “Vita di Coppia” è girata con completa improvvisazione: non c’è scritta l’ombra di un dialogo in 7 puntate. La protagonista Nicole inoltre veniva dal teatro e quindi poteva improvvisare con me. L’unica cosa che era stata organizzata prima è lo scegliere gli argomenti per ogni scena ma tutto è stato organizzato senza scrivere una sceneggiatura e la stessa cosa stiamo facendo con “Mio Fratello è Scemo”. Al contrario di “Fuga dalla Morte” e “Come Mi Sono Innamorato di Te” non ci sono quindi dialoghi già scritti. Mi piaceva quindi questa sorta di improvvisazione con ogni piano sequenza ed ho cercato anche di fare qualcosa di artistico, perché non erano semplicemente dei video realizzati con l’impostazione del web ma avevano anche uno stile più teatrale fatto in versione YouTube. Pensa infatti che ci sono stati dei fan che hanno portato questo spettacolo a teatro. Hanno realizzato una scenografia (infatti hanno messo un video su YouTube che se non mi sbaglio c’è ancora) dove hanno riportato proprio battuta per battuta sul palcoscenico. Ovviamente mi hanno chiesto il permesso ed io ho piacevolmente accettato. Hanno fatto questo spettacolo in paese senza una tournée.

Io: Mi ricordo perfettamente “Vita di Coppia” perché mi faceva morire dal ridere e perché mi colpivano enormemente i dialoghi dato che erano non solo divertenti ma anche enormemente reali. Appena hai detto che tutta la sceneggiatura è improvvisata mi hai completamente scioccato. 

Michael: Infatti una cosa che amo tanto insieme a Matt è l’improvvisazione. Adoro l’improvvisazione anche perché mi vengono in mente delle battute molto più divertenti improvvisando perché in quel momento sono talmente concentrato e dentro il personaggio che mi vengono in mente delle cose che magari pensandoci su arriverebbero nella mia mente ma dopo molto tempo.

(Micol Damilano e Michael Righini in un episodio di “Vita di Coppia”)

“Mio Fratello è Scemo” invece è nato al bar chiaccherando con Matt. Era da tanto che io volevo fare una sitcom in stile “Vita di Coppia” con lui. Matt è sempre stato un fan del personaggio di Alan della serie “Una Notte da Leoni” perché si è sempre rivisto in quel tipo di comicità. A me inoltre è sempre piaciuto “Una Notte da Leoni” così come “Quel Parto col Folle” ed altri lavori del genere, allora da lì è nata l’idea che lui potesse essere un personaggio come Alan ed io quello che dovevo sopportarlo. Il fatto che io e lui siamo fratelli nella serie è nato esattamente un minuto prima di girare. Inizialmente dovevamo essere due coinquilini e basta, ma poi dopo ci venne in mente che effettivamente io non avrei mai potuto sopportare una situazione del genere così a lungo, così abbiamo pensato che se sono fratelli il protagonista lo sopporta perché è un suo familiare e lo vuole bene. Questo è anche un motivo per cui nella terza puntata abbiamo fatto una cena di famiglia in stile “Continuavano a Chiamarlo Trinità” dove i genitori gli chiedono di vivere con lui e di non abbandonarlo. Anche lì dalla prima puntata non abbiamo mai scritto una sceneggiatura con l’eccezione della scena della cena di famiglia perché, siccome interpretiamo tutti i nostri parenti, non sarebbe stato possibile improvvisare.

Io: Nell’ultima puntata sono morto dal ridere ed io sto ancora aspettando una puntata in cui lo cacci di casa perché non avrei mai potuto sopportare una situazione come quella. 

Michael: (ridendo) Ma guarda, io mi sto immaginando che questi due fratelli vivranno insieme anche quando Michael avrà dei figli. Sicuramente un giorno faremo una puntata dove prima o poi ci sarà almeno un momento più sentimentale dove Michael, nonostante suo fratello gli rovini la vita, capisca che non può vivere senza di lui e c’è quindi un amore meraviglioso tra questi due.

(Michael Righini e Matteo Carbone in un episodio di “Mio Fratello è Scemo”)

Io: Che rapporto hai con la tua community? Quali sono gli aspetti positivi che ami di più e quelli che reputi invece più negativi se ci sono?

Michael: Con la mia community c’è un bel rapporto che mi piace perché, come tutti quelli che hanno un seguito, sento un affetto incredibile. Quello che mi piace avere con i miei iscritti e con tutti quelli che guardano i miei contenuti è un rapporto di sincerità. Mi piace comunicare in trasparenza anche situazioni che riguardano i video pubblicitari, infatti nel primo secondo di tutti i miei video in cui ho fatto delle “marchette” appariva la scritta “in collaborazione con”. Questa è una cosa che gli youtuber solitamente non facevano e di cui lo spettatore se ne rendeva conto direttamente guardando il video, cosa che succede ancora oggi. Ai tempi in cui io ho iniziato lo YouTube, se facevi le marchette eri un venduto ed io ero uno dei pochi che riusciva a fare queste cose senza ricevere critiche, oggi invece è una cosa abbastanza normale perché lo youtuber è diventato un lavoro a tutti gli effetti anche agli occhi della gente comune. Inoltre io ho rifiutato centinaia di lavori con le aziende perché ho sempre voluto fare dei contenuti che se venivano associati a dei marchi (il che mi faceva comodo perché comunque erano entrate che mi davano la possibilità di investire in altri progetti e di vivere di ciò)  mi dovevano sempre dare carta bianca per motivi creativi. Il mio video più visto che c’è attualmente sul mio canale in realtà è un video prodotto da Fanta, ma è un video comico e drammatico che ha anche delle scene artistiche. Mi piace avere questo rapporto sincero in cui se faccio una cosa la faccio sempre con divertimento. Tuttavia è ovvio pensare che se devo fare questo come lavoro devo sempre vedere come rendere il titolo più commerciale e la miniatura più accattivante. Ovviamente sono interessato a fare più visualizzazioni possibili ma sempre cercando di fare le cose a modo mio senza dipendere dalle mode del momento e questo è importante perché, essendo un prodotto in cui si avverte la mia mano e di cui sono soddisfatto, mi rende felice che il video venga visto così tanto. L’unico lato negativo della mia community, anche se i miei fan sono spesso molto rispettosi, è quando si cerca di sapere i fatti privati, un’abitudine tutta italiana.

Io: Si, mi ricordo bene che tanta gente ti venne praticamente addosso quando ti lasciasti.

Michael: Esatto. Io un minimo condividevo in piccola parte la mia vita privata. Spesso infatti postavo le foto con la mia ragazza sui social, ma in maniera abbastanza genuina e non per farmi pubblicità ma come tutte le persone a cui piacciono farsi le foto sui social. Poi è successo che mi sono lasciato con la mia compagna dell’epoca e ho visto quanta gente si è fatta i fatti miei e quanti hanno giudicato per delle situazioni che in realtà erano completamente diverse da quello che avevano creduto o interpretato senza sapere niente. Da allora ho iniziato ad essere veramente riservato ed è davvero difficile negli ultimi anni dare pubblicamente l’opinione privata su qualcosa (a meno che non parliamo di cinema). Io sono una persona riservata e mi piace essere un artista ma non un personaggio pubblico. Il personaggio pubblico è esattamente quello che non vorrei mai essere. Infatti ho smesso di fare video in cui parlavo alle persone in maniera sincera (anche se mettendo un tocco di ironia) riguardo i vizi umani davanti ad una webcam per far capire alla gente che i video comici che faccio sono sempre finzione. Nonostante i miei video possano avere dei richiami che possono far riflettere sulla realtà mi piace sempre che tutto ciò che sto facendo è sulla recitazione e non ci deve essere niente che faccia pensare allo spettatore “Ah, Michael è così personalmente”. L’unica volta che si può vedere qualcosa di me dal punto di vista personale lo si trova in parte in “Fuga dalla Morte”. Non voglio essere un personaggio che fa notizia e scoop per i gossip (ma non critico comunque chi è così). Io infatti ho pochi amici ma estremamente intimi (Matt lo conosco da quando ero piccolo) e vivo in un paesello fuori città. Mi piace molto questo stile di vita. A volte le persone sono propense a sapere i fatti miei, ma mi reputo fortunato perché i miei fan hanno di me un gran rispetto in generale e quindi direi che mi è andata bene.

Io: Parlando proprio della concezione che i fan hanno di te, purtroppo la seconda stagione di “Fuga dalla Morte” non ha fatto le visualizzazioni non solo come le altre serie di maggior successo ma nemmeno come la prima stagione. Nell’intervista doppia tra te e la Bbestia hai espresso tutta la tua malinconia verso chi ti vuole vedere solo come comico, eppure hai comunque realizzato video comici successivamente. Come mai?

Michael: In quell’intervista io mi ritrovo in entrambe le parti perché comunque la Bbestia fa parte di me. Io ho un grande amore per la comicità che è il mio primo amore. Mi dispiace che le visualizzazioni non siano state alte come i miei altri lavori ma ero in cognizione di causa, perché sapevo già che probabilmente avrebbe preso meno visualizzazioni. Non è stata una sorpresa non solo per il genere ma anche per il minutaggio: considerando che ho fatto una serie drammatica  e thriller con puntate che durano quasi un’ora penso che sia quasi un miracolo le visualizzazioni che ha fatto, perché la prima stagione ha raggiunto diversi numeri ma c’era molta più comicità, le puntate duravano molto meno (basti pensare anche solo al primo episodio che durava 13 minuti) e inizia con una realtà molto più dinamica e adolescenziale. “Fuga dalla Morte 2” è impegnativa, devi avere amore per le serie tv, devi avere amore per il genere, devi stare lì un sacco di tempo e non stai su Netflix ma su YouTube. Infatti per il pubblico generale è strano trovare su YouTube una serie dalla durata totale di 4 ore. Contestualizzando considero “Fuga dalla Morte 2” numericamente un successo e sono felice perché, al contrario di “Come Mi Sono Innamorato di Te” che ha fatto dei numeri spaventosi ma ha diviso il pubblico in fatto di apprezzamenti, questa serie ha avuto invece un sacco di apprezzamenti quasi per il 98%: i commenti sotto l’ultima puntata sono qualcosa di straordinario e almeno una volta al giorno mi arriva un commento sotto l’ultimo episodio. Diciamo che “Fuga dalla Morte 2” è un “pochi ma buoni”. Sono inoltre sicuro che tutti quelli che mi seguono tanto prima o poi andranno a vedere la serie. Un riscontro del genere è comprensibile: un canale che fa dei contenuti comici che già solamente chiama una sua serie “Fuga dalla Morte” ottiene un risultato diverso. Immagina di andare al McDonald e di avere degli spaghetti: magari sono gli spaghetti più buoni del mondo, ma tu non sei lì per quello e quindi è molto difficile che li ordinerai, però magari quando li mangi ti piacciono un sacco.

(Michael Righini ed il suo alter ego comico chiamato “La Bbestia” in un’intervista doppia)

Io: Ci tenevo a farti questa domanda specifica dato che vorrei tanto averla sul mio scaffale: quando uscirà in dvd e in blu-ray “Fuga dalla Morte”?

Michael: Questo è un discorso molto complesso perché io ci tenevo nel realizzare un cofanetto dvd e blu-ray di “Fuga dalla Morte”, ma poi ci sono state molte cose che mi hanno dovuto bloccare, perché pensavo che la vendita di un prodotto del genere fosse più semplice ed in realtà vendere “Fuga dalla Morte” è una cosa assai costosa. Perché non l’ho più fatto? Perché vendere un cofanetto a 30 euro solo per rientrare nelle spese, produrre una quantità alta di dischi, poter avere la licenza di vendita (che viene richiesta anche se si possiede già i diritti) e tassare tutto il materiale sono cose che mi avrebbero dovuto far mettere un prezzo altissimo e farmi guadagnare zero. Inoltre la serie non è stata concepita per essere distribuita nei cofanetti, ma è stata distribuita per essere per sempre su YouTube gratis e visibile a chiunque. Mi piaceva molto l’idea del blu-ray ma, scoprendo le condizioni per renderlo possibile, ho preferito di no.

Io: Che peccato, devo rinunciare all’idea del cofanetto.

Michael: Eh già, un vero peccato perché mi sarebbe piaciuto. Quando stampano un blu-ray di film come per esempio “Titanic” la tiratura è talmente alta che la produzione paga molto meno perché c’è una stampa di milioni di copie mentre “Fuga dalla Morte” ne avrebbe avuta qualche migliaio e in una tiratura di migliaia di copie il prezzo lo devono fare molto alto perché ci devono guadagnare. Ho avuto anche delle catene di distribuzione che erano interessate a distribuire il blu-ray, però lì volevano mettere un prezzo di vendita che per guadagnarci era veramente alto, allora ad un certo punto ho fatto un bagno di umiltà nonostante volessi una cosa del genere: è normale che il cofanetto di una serie tv americana come “Games of Thrones”, che costa milioni di dollari, abbia lo stesso identico prezzo di “Fuga dalla Morte” che è possibile vedere su YouTube gratis? Allora ho deciso di no.

(Poster della seconda stagione di “Fuga dalla Morte”)

Io: Quali sono invece i cotrometraggi, che siano comici o meno, di cui vai più fiero?

Michael: “La Donna della Mia Vita” mi piace molto perché comunque riesce a far risaltare sia il mio lato comico che il mio lato drammatico anche se quello è un lato più romantico. Tuttavia ancora oggi il cortometraggio come vorrei farlo probabilmente non l’ho ancora fatto. Mi piacerebbe infatti in futuro fare almeno un cortometraggio puramente drammatico entro quest’anno, perché non ho ancora un corto completamente serio e mi piacerebbe averlo sul canale.

Io: Riguardo invece ai video divertenti ti ispiri a dei comici in particolare per realizzare le tue battute?

Michael: Una delle mie più grandi ispirazioni comiche è mio padre (che infatti appare anche nell’ultimo episodio di “Mio Fratello è Scemo” dove fa il mio vicino di casa). A livello artistico c’è di tutto e di più e non è che prendo ispirazione… ma di certo ha avuto un grande impatto su di me. Ispirazione vuole anche dire che si cerca di emulare degli atteggiamenti e a me in questo senso non ha preso perché sono atteggiamenti che ho già io. Infatti io e Matt parliamo in maniera molto simile perché siamo anche cresciuti insieme. I comici che mi hanno influenzato sono tantissimi: per gli americani abbiamo Jim Carrey su tutti, ma ho una forte passione anche per quelli che fanno il black humour come Louis C.K. e Ricky Gervais. Ammetto inoltre che il black humour è una cosa che a volte mi trattengo dal fare perché nonostante l’amore che abbiamo io e Matt per esso in Italia purtroppo si fa molta fatica ad accettarlo. Io già ho una comicità con tante parolacce e sono quindi abbastanza volgare, ma in confronto al black humour americano è come se fossi ad una cena di gala. Mi piacerebbe a volte essere più pesante ma sempre ovviamente scherzando. Altri comici americani che amo molto sono Robin Williams e Leslie Nielsen. Di italiani invece amo molto Aldo, Giovanni e Giacomo, Adriano Celentano, Renato Pozzetto, Checco Zalone, Bud Spencer e Terrence Hill ed anche Christian De Sica (anche se non apprezzo molti dei suoi cinepanettoni comunque molti altri suoi film mi divertono e penso che abbia un grande talento).

Io: Per “Fuga dalla Morte 2” ti sei ispirato a dei registi in particolare quando hai pensato a certe inquadrature?

Tante cose sicuramente mi hanno ispirato ma non posso essere all’altezza, perché ovviamente “Breaking Bad” mi ha ispirato in delle inquadrature ma ovviamente la mia regia non è così alta da poter essere in competizione con essa. Come ambientazione mi ha influenzato un pochino queste foreste in stile “The Walking Dead” e per le musiche ed il montaggio da “Prison Break”. Anche il mio vestiario di “Fuga dalla Morte 2” è molto simile al vestiario di Michael Scofield in “Prison Break”. Registicamente ho cercato di certo di fare qualcosa che piacesse a me. Una cosa che mi ha ispirato è vedere di certo diversi film d’autore che non si prendono tutta questa velocità nel montaggio e nel tempo dinamico, perché apprezzo molto questi silenzi rappresentati dai pensieri dei personaggi. Infatti io agli autori dicevo molto: “Non dovete solo recitare i dialoghi, ma dovete recitare anche quando non parlate in modo che il pubblico possa ascoltare non solo quello che dite ma anche quello che non dite.”

Io: Nella seconda stagione di “Fuga dalla Morte” Gabriele Marletta ha composto meno musiche originali del solito rispetto alla prima stagione o sbaglio?

Michael: Si, è stata una cosa voluta perché per il primo “Fuga dalla Morte aveva composto metà dei brani ma la stagione durava un totale di due ore. La produzione della seconda stagione invece era di 4 ore ed il budget, nonostante fosse di 15.000 euro, era niente perché era stato girato in 4 regioni diverse e metà di esso l’abbiamo speso per far venire gli attori con Trenitalia, pasti, benzina, etc. Il budget di produzione vero quindi è stato veramente poco e quindi non c’erano soldi che potessero permettere che Marletta lavorasse per sei mesi alle musiche. Marletta è un artista meraviglioso ma ha un lavoro e una vita normale e per questo non può per sei mesi cancellare tutto e fare solo quello. Nella prima stagione ha avuto più tempo e la situazione era diversa perché su due ore mi servivano venti minuti di brani originali, mentre nella seconda stagione penso che su quattro ore tre ore e passa siano brani, infatti ci sono 7 compositori diversi che vengono anche da paesi stranieri.

Io: Che rapporto creativo hai con il tuo grande amico e collaboratore Matteo Carbone? Quanto contribuisce alla stesura delle sceneggiature quando ci sono?

Michael: Io e Matt siamo ormai diventati un duo a tutti gli effetti da Ottobre dell’anno scorso quando abbiamo iniziato a fare video comici attraverso l’impostazione precisa di un duo comico. Non nascondo anche la possibilità che un giorno il nome del mio canale possa diventare “Michael Righini e Matteo Carbone”. Io e lui siamo d’accordo che, nel momento in cui i video come duo comico supererà di molto il numero dei video dove io sono da solo o io sono con lui ma lui mi fa solo da spalla comica, allora non sarà più solo il canale di Michael Righini. Adesso sarebbe assurdo perché ci sono molti video dove ci sono io da solo o dove lui mi fa da spalla e allora chi leggerebbe “Michael Righini e Matteo Carbone” andrebbe a vedere diversi video in cui Matteo Carbone non c’è. Lui ha influito tantissimo e ci conosciamo da quando eravamo bambini: è il mio miglior amico di sempre, sono stato il suo testimone di nozze e quando verrà il momento lui sarà il mio. Ci frequentiamo sempre e tutti i video che stiamo facendo li ideiamo tutti insieme. Quello che facciamo è un lavoro di idee: noi ci vediamo una volta a settimana e scriviamo gli argomenti che vogliamo fare. In “Mio Fratello è Scemo” penso che Matt abbia avuto anche più idee di me: su 5 idee tre ne ha lui. Molto probabilmente a livello comico non farò mai più video da solo senza di lui ed infatti in tutti i video che ora stiamo facendo non mi fa più da spalla ma è protagonista insieme a me.

(Michael Righini e Matteo Carbone nella foto)

Io: Luca Balduini invece che fine ha fatto nei tuoi video?

Michael: Non avevo ancora mai risposto a questa domanda. Luca è stato una parte importantissima della mia vita, ma già da diverso tempo non collaboriamo più insieme per svariati motivi sia artisti che privati che però non dico qui. Per quanto riguarda gli altri personaggi molte volte è una questione di scelte artistiche oppure di scelte di vita perché molti devono lavorare e comunque i video possono essere un impegno.

(Luca Balduini, ex storico collaboratore di Michael Righini, nella foto)

Io: Tu hai avuto una comparsa in “Tutto Molto Bello” scritto e diretto da Paolo Ruffini. Com’è stata quella esperienza e cosa pensi del film in sé? 

Michael: Il film non mi è piaciuto, non è assolutamente il genere che vorrei fare e all’epoca accettai perché comunque, facendo un bagno di umiltà, mi piacerebbe fare un po’ di gavetta al cinema o in televisione, anche se ovviamente non ebbi idea di come sarebbe stato il film. Per me fu una prima esperienza e, nonostante io abbia poche scene, ero completamente fuori ruolo perché il poliziotto ponderato non è qualcosa che fa per me a livello recitativo. Quindi oltre al film non mi sono piaciuto nemmeno io, non ho trovato nemmeno l’utilità nel dire “Il film non mi è piaciuto, però almeno le mie scene non sono male” ed invece non mi sono piaciute neanche le mie scene sia per come sono state scritte e sia per come le ho fatte io e molte altre cose. L’esperienza invece è stata bellissima perché comunque ho avuto a che fare con delle persone come Paolo Ruffini che artisticamente parlando è diverso dai miei gusti ma a livello umano è stata una persona meravigliosa con me sul set, sempre gentile sia lui che Scintilla. Il set per me è stato meraviglioso perché finalmente potevo andare ad esplorare un set cinematografico ed ovviamente ho visto tante cose belle e tante cose brutte che però non staro qui a spiegare perché se qualcuno vuole saperne di più basta che guarda la serie “Boris” e può capire un po’. Tuttavia è stato bellissimo perché ho potuto parlare con un sacco di tecnici, infatti durante le pause con le scene tutti andavano a parlare con gli attori ed io invece andavo dai tecnici a chiedere che apparecchiature utilizzassero ed il tempo che ci voleva per girare certe cose. Poter essere sul set è stato meraviglioso perché sarebbe molto bello un giorno avere un set in cui invece posso essere io a dire come si devono fare le cose. L’esperienza in sé la rifarei volentieri, mentre il tipo di ruolo no. Se dovesse poi capitarmi di avere l’occasione di avere anche solo una scena in una commedia diversa accetterei volentieri e stavolta ovviamente ci penserei un po’ di più. Infatti dopo tutto ciò ho rifiutato per due anni di fila ho rifiutato di far parte di un reality molto seguito in Italia che non posso dire perché altrimenti mi dà problemi. Nonostante il reality mi avrebbe dato una visibilità enorme me l’avrebbe data in un modo che io non volevo. Inoltre non sono d’accordo con lo youtuber che per fare un film vuole per forza essere il protagonista, regista e sceneggiatore, perché tutti i migliori attori hanno fatto la loro gavetta e quindi bisogna partire da zero. Anche i migliori della storia facevano le pubblicità delle emorroidi e quindi non è che si può pretendere di essere subito in delle cose bellissime anche perché per scegliere sempre meglio bisogna capire attraverso le esperienze come questa. Da un certo punto di vista preferirei iniziare con qualcosa di piccolo piuttosto che con qualcosa di grande perché se fai quest’ultima cosa e sbagli ormai è fatta, mentre invece se sbagli una scelta in piccoli ruoli hai ancora la possibilità di rimediare perché il film “non è tuo” e non hai fatto chissà cosa.

Io: E per quanto riguarda invece l’esperienza creativa e televisiva della fiction “Il Divano dei Pazzi” cos’hai da dire?

Michael: La serie è nata come una raccolta di video più che una serie in sé. L’esperienza è stata bella perché Sky mi ha dato completamente carta bianca e quindi ho potuto fare quello che mi pareva. L’unica pecca era che il budget era veramente bassissimo e da lì nacque l’idea di fare tutto in green screen perché non c’era veramente modo di poter fare qualcosa di più. Anche quella è stata un’esperienza sia positiva che negativa, ma negativa non tanto per il prodotto perché quest’ultimo doveva essere una cosa molto leggera e doveva basarsi molto su “Italia’s Got Talents”. Alla fine l’ho fatta diventare io una serie perché dovevano essere delle pillole-video ed io ho proposto “Ma se invece di delle pillole-video non facciamo invece qualcosa che continua anche se fine a sé stessa?” L’esperienza è stata bella anche se nel set lì in realtà era come fare un video su YouTube con la differenza che sarebbe poi andato in televisione. Mi piacerebbe tanto invece fare “Mio Fratello è Scemo” anche fuori da YouTube, che sia in televisione, Netflix, Infinity o quant’altro.

(Silvia Sacchi e Michael Righini in un episodio di “Il Divano dei Pazzi”)

Io: A tal proposito, tu sei uno dei comici più famosi di YouTube Italia ed il tuo desiderio è quello di finire al cinema come regista di film thriller particolari e come attore di film comici. Come mai è così difficile trovare un finanziatore o un distributore quando essi guardano molto i numeri?

Michael: Perché purtroppo ci sono stati film diversi esperimenti di film con youtuber come protagonisti che sono andati male a livello di incassi e quindi questo ha portato i produttori che prima cercavano gli youtuber ad essere molto più diffidenti e purtroppo a non capire che forse erano i film sbagliati (come ad esempio quello che ho fatto io) e non tanto lo scegliere un personaggio piuttosto che un altro, tanto che infatti altri personaggi conosciutissimi fanno dei film che a volte vanno benissimo e a volte non vanno bene perché ovviamente il prodotto è sempre la prima cosa. DiCaprio è un attore mostruoso ma la prima cosa della sua bravura è scegliere il film. Quindi c’è questo problema riguardo i produttori che sono abbastanza titubanti, anche se sono già confusi in generale perché a parte Zalone sembra che niente stia incassando più, perché ormai il pubblico si è stufato della commedia, non sa più cosa andare a vedere, ci sono tante competizioni a casa tramite Netflix ed il cinema ha perso quello spirito di condivisione che si aveva per fare una serata con gli amici. Purtroppo oggi quando la gente vuole organizzare qualcosa per divertirsi e per passare una serata insieme il cinema non è mai tra le prime scelte, ma tra le ultime opzioni se non si ha niente da fare e se il film interessa molto. Ormai è molto difficile per un produttore fare un film perché egli sa che è molto difficile che incasserà tanto e quindi stanno sempre molto attenti dal rischiare cercando di andare sul sicuro su personaggi che sono conosciuti da ben 20 o 30 anni. Secondo me più avanti comunque ci sarà un cambio generazionale per forza di cose perché l’errore che è stato fatto in questi anni è stato di mettere sempre gli stessi personaggi senza mai avere un ricambio e per questo ironicamente avverrà un cortocircuito che sarà questo: in quindici anni sono stati messi solamente personaggi che erano stati famosi negli anni 90/inizio 2000 senza mettere nuovi volti come protagonisti. Ad un certo punto questi personaggi, data l’età, non potranno far parte dei film e quindi loro non potranno più usare la tattica del personaggio conosciuto perché non ci saranno più personaggi conosciuti. Da lì secondo me inizierà la sperimentazione dopo decenni in Italia. Tutto ciò secondo me capiterà al massimo tra poco più di un decennio.

Io: Parlando di film fatti da youtuber quelli principali sono “Fuga di Cervelli”, “Game Therapy”, “10 Regole per Farla Innamorare”, “The Pills – Sempre Meglio che Lavorare” e “Addio Fottuti Musi Verdi”. Tu cosa pensi di ognuna di queste pellicole?

Michael: Non li ho visti tutti, ma penso che quello dei The Jackal sia molto interessante. Penso che quello dei The Jackal sia il miglior canale YouTube in Italia a mio modesto parere. Io spero veramente di cuore di vedere una loro serie TV prima o poi perché quello che hanno fatto al cinema era molto interessante e carino, ma purtroppo per il pubblico al cinema in Italia quando si parla di fantascienza, anche se comunque si tratta di una commedia, purtroppo preferisce sempre andare a vedere quello americano con il budget stellare.

Io: Nonostante quel film a livello di effetti sia realizzato da Dio…

Michael: Si infatti, è realizzato in maniera incredibile però comunque l’italiano è abituato a vedere gli effetti di “The Avengers” e quindi non contestualizza perché non è parte del mestiere e quindi non riesce a comprendere che per il budget che avevano hanno fatto un lavoro pazzesco. Il pubblico vede solo il risultato e non si chiede quanto budget ci fosse giustamente. Quindi spero di vedere i The Jackal magari in una serie tv in televisione e secondo me lì sarebbe ancora meglio per loro: infatti quando uniscono personaggi televisivi secondo me potrebbe essere il loro successo nonostante loro abbiano un modo molto più cinematografico ma comunque estero mentre invece le serie tv in Italia sembrano essere più avanzate nei generi (basta vedere serie come “Gomorra” e “Suburra”). Quindi l’italiano in televisione può accettare di più (spero) una cosa del genere. Quindi il film dei The Jackal è quello che mi è piaciuto di più. Quello che mi piacerebbe vedere in realtà, che poi è quello che mi piacerebbe fare, è una commedia con un po’ di sentimento ed una sceneggiatura figa che possa reggere come opera senza pensare che ci sia uno youtuber dentro. Mi piacerebbe fare un film insieme a Matt e pensare che nessuno di quelli che mi segue vada al cinema. I primi film (non i The Jackal) sono stati basati pensando al pubblico che avevano sul web, ma il pubblico sul web è abituato a vedere le cose gratis sul telefono e quindi non sempre segue una determinata webstar al cinema. Tutto ciò specialmente secondo me (e questa è una cosa che i produttori non hanno capito al cinema) se non sono abituati a vedere uno youtuber in quel contesto: per esempio Favij fa un genere completamente diverso su YouTube rispetto al cinema. Lui è molto bravo, è un intrattenitore però non c’entra nulla con il cinema e potrebbe magari essere contestualizzato in televisione dove c’è un altro tipo di intrattenimento mentre invece i The Jackal hanno uno stile molto più cinematografico. Lo youtuber quindi può avere anche un miliardo di numeri… ma lo seguono per cosa? Se ti seguono due milioni di persone per come spieghi la ginnastica quando farai il cinema pochissimi di quelli che ti seguono verranno a vederti perché non è una cosa che a loro interessa. Nel momento in cui tu nel tuo canale fai una cosa che può essere vagamente come al cinema come le webserie allora è un altro discorso. Mi dispiace che il film dei The Jackal non sia andato benissimo come sarebbe dovuto andare ma secondo me non è stato né per la pellicole e né per loro ma semplicemente per in Italia la fantascienza è dura da far pagare il biglietto agli italiani.

(Michael Righini durante le riprese sul set della seconda stagione di “Fuga dalla Morte”)

Io: Cosa pensi invece di YouTube Italia in generale?

Michael: YouTube Italia in realtà è diventata un mondo, perché quando ho iniziato io eravamo in pochissimi ed ora ci sono pro e contro: rispetto ad adesso c’era uno spirito più innocente, più intimo, c’era più l’idea del sognatore, c’era molta più passione perché poi è diventato un lavoro per noi primi youtuber. All’inizio non abbiamo cominciato perché, come molti giovani di oggi, le visualizzazioni ed i soldi erano i primi obiettivi. La parte positiva invece è che ci sono molti più generi, YouTube Italia è diventata una piattaforma immensa, il fatto che lo youtuber sia un lavoro sta iniziando ad essere più accettato ed anche concepito. Ovviamente ci sono pro e contro ma è normale che quando ci siano così tanti canali ci siano anche tantissimi generi, però tutto sommato fa parte anche un po’ della vita, è tutto nella norma. Sono contento che YouTube in generale sia ancora una piattaforma video primaria, nel senso che Facebook per un attimo ha rischiato di portare via questo primato, ma poi Facebook ha avuto un calo impressionante mentre Instagram è oggi molto utilizzato ma in maniera diversa e quindi YouTube è ora la Netflix degli amatoriali. In realtà il vero competitore di YouTube non è più Facebook o Instagram ma è Netflix. Infatti io spero che YouTube, che ha già iniziato a fare contenuti originali in America, faccia capire agli youtubers che questi ultimi non devono aspettare che il cinema e la televisione facciano qualcosa, ma devono invece aspettare un giorno in cui YouTube diventi importante a livello di qualitativo come le grandi produzioni. Purtroppo ciò che manca su YouTube, nonostante ci sia già la pubblicità e la monetizzazione, è che un milione di persone che vedono la pubblicità su Canale 5 non vale lo stesso prezzo delle persone che vedono la pubblicità su YouTube. Tutto ciò perché la televisione ha uno storico molto più alto e molto più attivo. Considerando che la televisione è ormai morta per il pubblico giovanile e funziona soprattutto per un target che va dai quarant’anni in su, quando avverrà anche qui il cambio generazionale i produttori cominceranno ad investire i soldi anche su YouTube ed altre piattaforme simili. Nel momento in cui ci saranno budget più alti (sempre che questo accada) per i canali più in vista, sia italiani che americani, forse si potranno produrre dei format più grandi. Te li immagini i The Jackal che riescono ad avere anche solo 100.000 euro di budget per produrre il loro film su YouTube? Farebbero qualcosa di mostruoso. Con delle pubblicità sicuramente inserite il successo potrebbe essere molto alto. Una volta il web sembrava non esistere ed adesso sembra invece essere concepito di più dai produttori, però ancora non è capito. Adesso i produttori ed il pubblico in generale sanno che c’è il web, sanno che c’è Internet ma ancora tutto ciò non è compreso e purtroppo c’è anche questa rivalità che secondo me è molto stupida sia per quelli del web che odiano la televisione e sia per quelli della televisione che odiano il web, perché comunque sono due cose diverse che non devono essere per forza in competizione, come Netflix non deve essere in competizione con il cinema. Con i modi in cui le aziende hanno investito in determinati progetti come Amazon, secondo me il futuro è online e questa cosa sarà sempre più grande e ci sarà sempre più gente. Secondo me arriverà un punto in cui il canale di YouTube l’avranno quasi tutti, come Instagram è diventato una sorta di canale amatoriale: diverso tempo fa infatti i giovani non avrebbero mai pensato di fare video riprendendosi con il cellulare ed ora, con le storie, si sta comunque facendo dei contenuti dove la gente ti segue per vedere quella cosa lì.

Io: Tu fai parte del gruppo “Facce di Nerd” e partecipi spesso alle live di quest’ultimo sul canale di Matioski. Cosa pensi del gruppo delle live in generale?

Michael: Mi piace il gruppo delle live dove si può parlare, ovviamente sempre nei toni come in “Facce di Nerd”. “Facce di Nerd” ha dei toni cazzoni ma senza mai uscire dai limiti, senza mai insultare nessuno e senza mai un linguaggio che possa essere blasfemo. Mi piacerebbe che ci fossero di più dei prodotti del genere come sta accadendo. Spero che YouTube migliorerà prima o poi la qualità live ed infatti molti sono andati su Twitch. La parte live di YouTube è già buona ma può ancora migliorare tanto. “Facce di Nerd” è bellissimo perché è dove posso essere me stesso al 1000% perché posso parlare di film e tutto, cosa che purtroppo sul mio canale non posso fare. L’ho fatto per un periodo ma, essendo molto conosciuto per i contenuti che faccio, non c’entrava assolutamente niente parlare di opere altrui. Non che al mio pubblico non piacesse parlare di film, trailer, etc., ma ovviamente andava in conflitto con i contenuti che facevo e faccio perché sono due cose completamente diverse. Non sono diverse tanto per il genere, perché “Fuga dalla Morte” appartiene ad un genere completamente diverso dal comico, però sul mio canale c’è sempre questa linea guida che mostra io che recito e dirigo e quindi, a parte poche eccezioni che possono essere gli errori sul set o delle interviste, la linea guida sarà sempre quella.

Io: C’è uno youtuber oppure un gruppo di youtuber con cui ti piacerebbe tanto collaborare?

Michael: Con i The Jackal. Se potessi fare anche solo un video con i The Jackal sarei l’uomo più contento del mondo.