Ecco di cosa si tratta questo evento che sta facendo molto parlare di sé.
In questi ultimi giorni sta facendo molto discutere una cosa messa in voga da numerosi influencer molto seguiti su Twitch. Ma in cosa consiste e da cosa parte tutto ciò?
Tutto è iniziato con un ban molto controverso che è stato fatto allo streamer Daniele Simonetti (in arte Sdrumox), perché la webstar ha infatti pronunciato delle frasi che sono state riportate come razziste dalla piattaforma (o almeno questo è quello che si conosce perché Daniele Simonetti, fino ad ora, non ha ancora espresso nulla in merito) e così la piattaforma lo ha immediatamente compromesso.
Non è la prima volta che lo streamer viene bannato, ma non è il motivo o il fatto che sia giusto o sbagliato la cosa che ha colpito molti, ma il modo in cui è stato applicato il tutto: Twitch ha bannato Daniele Simonetti non specificando quando sarebbe potuto tornare e se il suo ban sarebbe stato definitivo. Fin qui tutto “nella norma” dato che molti influencer avevano già vissuto una cosa del genere… ma per una settimana o massimo due.
Dovete sapere che le persone che sono state bannate su Twitch, finché dura il ban temporaneo, sono obbligate anche a non fare live su nessuna altra piattaforma, o almeno al massimo mostrarsi il minimo del minimo possibile su una di queste se si è fortunati. Inutile dire che questa cosa è parecchio discutibile dato che le altre piattaforme dovrebbero avere decisione propria e per questo è abbastanza surreale il fatto che Twitch abbia il totale controllo del tuo lavoro generale quando non dovrebbe riguardarlo.
Quindi essere bannati dalla piattaforma per due settimane senza sapere se si è bannati definitivamente dalla piattaforma è molto scomodo e soprattutto controproducente per le persone che fanno dello streaming la loro fonte di sostentamento economico trattandosi di un lavoro a tutti gli effetti. Daniele Simonetti ha atteso queste settimane su Twitch… ma da due settimane Twitch ha trasformato l’attesa in un mese… e da un mese ha trasformato l’attesa in sei mesi.
Non so che ci rendiamo conto: uno streamer non ha avuto la possibilità di lavorare per sei mesi perché doveva attendere di sapere se era stato “licenziato” o meno da una piattaforma. E sapete qual è la cosa ancora più sconcertante di questa faccenda che sembra una commedia se non sapessimo che è reale? Una volta passati i sei mesi, Daniele Simonetti è stato bannato definitivamente. Un ragazzo che lavora è stato costretto sei mesi a non poter fare la sua professione ed una volta che ha finito di attendere il lavoro gli è stato pure tolto.
Ora, pensate a questo: se Daniele Simonetti vi sta antipatico o se trovate il suo ban meritato, mi sembra che sia abbastanza evidente che, se addirittura doveva essere cacciato per sempre da Twitch, bastava comunicargli questa cosa nei primi giorni in modo che in questi sei mesi lui li avrebbe passati a cercare un altro lavoro o un’altra postazione. Sostituite Daniele Simonetti con un altro streamer che amate molto di più… e allora vedrete che l’empatia è più che comprensibile. Inoltre Twitch, secondo molti streamer bannati e non, spesso non spiega in maniera specifica gli elementi che servono per evitare il ban, anche per quanto riguarda i modi per dire una frase.
Adesso, Twitch sarà anche una piattaforma privata, però molti streamer stanno dichiarando apertamente che non è più accettabile il fatto che non ci sia alcuna tutela o almeno nessun compromesso verso le persone che lavorano su di essa. Secondo molti influencer, Twitch non viene incontro per dare una mano o per capire il modus operandi di come funziona questo sistema.
Le modalità del ban di Daniele Simonetti ha irritato parecchi streamer che non sono solo amici di quest’ultimo ma anche delle persone che si rendono conto che la sua stessa sorte, nel caso arrivi un ipotetico ban, potrebbe capitare pure a loro stessi (e tra gli streamer più famosi d’Italia gli esempi di chi ha già avuto un ban non sono pochi), quindi il fatto che sia stato proprio Daniele Simonetti ad avere avuto questo trattamento non c’entra nulla.
Sulla base di tutte queste faccende molto delicate è partita l’iniziativa del “nostreamday” di cui l’hashtag omonimo ultimamente sta invadendo il web: per protestare e fare in modo che Twitch si decida finalmente a venire incontro agli streamer, degli influencer stanno decidendo un giorno in cui tutti insieme (almeno quelli che aderiscono) decidono di non fare alcuna live, mentre gli utenti stessi decidono di non connettersi quel giorno alla piattaforma.
L’improvviso calo di streamer e di conseguenza di spettatori potrebbe forse attivare l’attenzione di coloro che si trovano ai piani alti. Il Cerbero Podcast, Marco Merrino (in arte Croix89), Ivan Grieco e Simone Panetti (in arte panetty) sono solo alcuni degli streamer che hanno deciso di aderire a questa iniziativa. A prescindere dal risultato e da quante persone aderiranno, un progetto del genere è davvero ammirevole e speriamo che, a seguito di questo, ci siano molti meno problemi per tutti.