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Soltanto Parole: La recensione in anteprima del corto horror

Arianna Bonardi

L’ultima opera di Daniele Misischia in arrivo sul web.

Il nome di Daniele Misischia vi farà sicuramente pensare a “The End: L’Inferno Fuori“, zombie movie italiano uscito nelle sale cinematografiche lo scorso Agosto ed accolto con entusiasmo dalla critica, di cui egli è l’autore. Il celebre regista tuttavia ha una mano creativa che non si riesce a fermare e, quando non è occupato con il cinema, cerca spesso di utilizzare la sua espressività visiva anche attraverso altri mezzi e YouTube è attualmente quello più utilizzato come alternativa.

Tra i suoi altri lavori ci sono infatti “Anna: Cronache di Un Attrice Emergente” e “Matildà: Con L’Accento sulla A” (potete trovare la recensione del primo episodio di quest’ultima qui), due webserie che sono state enormemente apprezzate per la loro originalità.

(Poster ufficiale della webserie “Matildà: Con L’Accento sulla A”)

L’ultima opera scritta e diretta da Daniele Misischia si intitola “Soltanto Parole“, cortometraggio horror che potrebbe arrivare su YouTube in una data non ancora stabilita e che verrà inserito in “After Midnight 2“, film horror diviso appunto in storie dirette da vari registi diversi e seguito del film “After Midnight” (di cui Daniele Misischia ha diretto il cortometraggio “Vlog“).

Questo cortometraggio vede ancora una volta la partecipazione di Arianna Bonardi, attrice e youtuber che è diventata una vera e propria musa di Daniele Misischia (infatti ha interpretato la protagonista di entrambe le webserie menzionate prima). Ho avuto la possibilità di guardare “Soltanto Parole” in anteprima, per questo vi parlerò adesso delle sensazioni che ha suscitato in me quest’opera.

La trama vede una semplice famiglia che riceve la visita di una donna misteriosa (interpretata da Arianna Bonardi). Le parole pronunciate da questa donna in presenza della figlia più piccola (interpretata da Giulia Oranger) cambieranno per sempre le sorti della famiglia.

(La donna in una scena del cortometraggio)

La prima cosa di cui bisogna parlare è il lato visivo: la fotografia di Misha Isic rende tutte le scene in bianco e nero, cosa che è di forte impatto e crea un’atmosfera fortemente in bilico tra la quiete quotidiana ed il sinistro. Queste due sensazioni infatti sono fortemente accentuate anche dalla colonna sonora di Isac Roitn, che sono meravigliosamente tranquille ma che allo stesso tempo nascondono una forte dose di malinconia che in alcuni punti forti si trasforma in horror puro.

La regia di Daniele Misischia è fortemente incentrata su delle inquadrature geometriche che vogliono dare un’intensa sensazione di claustrofobia persino nelle scene girate all’aperto, cosa non semplice da fare e che è incredibilmente riuscita. Nell’impostazione narrativa l’autore ha inoltre scelto qualcosa di estremamente coraggioso: il cortometraggio infatti è completamente muto.

Potrebbe confondere una scelta del genere per un’opera che è intitolata “Soltanto Parole”. Analizziamo la situazione: una donna dice delle parole ad una figlia e la famiglia di quest’ultima non sarà più la stessa. Non vi rivelo che cosa succede, perché altrimenti rovinerei la sorpresa, ma vi dico solamente che le parole pronunciate dalla donna non saranno mai rivelate allo spettatore.

Questo perché il cortometraggio assume l’aspetto di una favola odierna che, man mano che va avanti, assume dei toni sempre più strani per poi arrivare a colpire prepotentemente lo spettatore con un duro colpo. Il colpo vi rifilerà un’angoscia che non avrete mai provato, attraverso una concezione dell’horror che non assume per nulla l’impostazione classica del genere, ma che invece vuole mantenere un’impatto psicologico che picchia a piccole dosi lentamente l’inconscio senza mai dire il perché.

(La figlia e la madre in una scena del cortometraggio)

L’opera infatti non vuole essere esplicita, non vuole spiegare mai allo spettatore il motivo dettagliato di chi sia la donna, perché stia facendo tutto ciò ed il come la situazione sia effettivamente avvenuta. Per quanto lo spazio lasciato all’interpretazione sia grande, la certezza è solo una: tutto è incominciato a causa di parole. Le parole infatti sono uno strumento potente, uno strumento che può colpire immediatamente il nucleo di una famiglia in maniera estrema ed anche inconscia, cambiando le cose nel bene e nel male.

Proprio in base a questi due elementi, per quanto la figura della donna straniera sia apparentemente quella dell’antagonista, il suo ruolo potrebbe essere anche interpretato come quello di una figura astrale e neutrale che agisce perché le cose devono andare così secondo natura (un po’ come la figura della Morte in “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman). La sensualità della bravissima Arianna Bonardi è perfetta per dare al personaggio un aspetto affascinante ed il suo look gotico allo stesso tempo dona un lato sinistro che si sposa benissimo con l’atmosfera inquietante del corto.

Molto bravi inoltre Elisabetta Ventura (che interpreta la madre) e Rimi Beqiri (che interpreta il padre) i quali, una volta dato l’aspetto di persone normali prese dalla loro vita quotidiana, riescono perfettamente a dare il senso di dolore e di sconvolgimento che arriva quando le parole della donna irrompono nella loro vita. Buona anche la prova recitativa di Giulia Oranger e di Luca Antinucci (che interpreta il figlio maggiore).

Daniele Misischia ha realizzato una favola nera e dark che non vuole assolutamente avere l’aspetto di un horror classico, ma che invece segue molto di più la scia di opere come “The Neon Demon” di Nicolas Winding Refn e “Suspiria” di Luca Guadagnino: far capire attraverso silenzi ed immagini tutto ciò che succede nella storia, ma senza dare allo spettatore il significato dell’opera con il cucchiaino, ma lasciando interpretare senza evitare di mantenere una base solida e simbolica.

Tutti ciò è impostato però senza scopiazzare nulla e mantenendo uno stile autoriale e originale che non si vede spesso nelle opere audiovisive italiane. Il fatto di essere riuscito a trasmettere perfettamente un senso di angoscia così forte che allo stesso tempo faccia riflettere lo spettatore in soli 5 minuti (la durata complessiva del corto) contribuisce a rendere “Soltanto Parole” non solo come uno dei migliori cortometraggi italiani degli ultimi tempi, ma come una delle migliori opere horror italiane in generale degli ultimi tempi.

 

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