Ogni aspettativa è stata superata.

Era il 21 novembre 2018 quando nei piccoli schermi di YouTube Italia approdava il primissimo episodio di “Mio Fratello è Scemo”, webserie scritta da Michael Righini e Matteo Carbone e diretta da Michael Righini (che poi condividerà il ruolo con Enrico Vezzù successivamente). Con la prima stagione l’opera è stata un incredibile successo, mantenendo spesso una media minima di 900.000 visualizzazioni e riuscendo persino a superare “Lost In Google” del gruppo The Jackal, diventando di conseguenza la seconda webserie più vista di YouTube Italia (il primato infatti lo regge ancora “Mia Madre è Satana” del duo iPantellas). Il risultato è ancora più spaventoso se si pensa che “Mio Fratello è Scemo” è uscita in un periodo in cui le webserie, nonostante la produzione di cose qualitativamente valide (vedasi per esempio “Matildà con L’Accento Sulla A” di Arianna Bonardi e Daniele Misischia che ha ottenuto ottimi consensi dalla critica), non riescono più ad attirare una minima buona fetta di pubblico, specialmente rispetto agli anni passati in cui le webserie erano molto seguite.

Inoltre la webserie di Michael Righini e Matteo Carbone non è semplicemente un prodotto acchiappa visualizzazioni, ma risulta essere una vera e propria opera sperimentale che ha avuto dei riscontri molto positivi anche da coloro che solitamente tendono a sottovalutare il web. Ma che cosa avrà mai “Mio Fratello è Scemo” per attirare un numero così grande di pubblico? Presentiamo prima di tutto la trama (avvisiamo che non faremo spoiler nell’articolo):

“Michael (interpretato da Michael Righini) convive da tempo con suo fratello minore Matt (interpretato da Matteo Carbone), ma quest’ultimo si prende sempre diverse libertà tra sesso con prostitute, spaccio di droga e attività da criminale che per lui sono attività normalissime. Michael quindi è disperato perché mentre sta cercando di vivere la sua vita in santa pace insieme alla sua ragazza (interpretata da Elisa Marchisoni) suo fratello riesce a renderla un vero e proprio inferno nonostante ci metta tutto l’affetto possibile. Riuscirà Michael a resistere? Perché più passa il tempo più diventa disperato…”

Matteo Carbone Michael Righini
(Michael Righini e Matteo Carbone in una scena della prima stagione)

La cosa che ha prima di tutto catturato gli spettatori è l’incredibile alchimia che c’è tra Michael Righini e Matteo Carbone. I due attori infatti si sono dimostrati perfettamente calati nel ruolo tra mimica facciale ed un modo di esprimersi che formano delle performance davvero esilaranti, anche attraverso un modo di fare completamente diverso dal solito: gli episodi, ad eccezione della scrittura del soggetto, hanno dei dialoghi totalmente improvvisati. Questa metodologia è infatti la preferita dei due comici perché secondo loro in questo modo appaiono più spontanei (e di certo la spontaneità non manca in questo progetto). Le catastrofiche e buffissime situazioni realizzate da Matt, unite all’ottima recitazione del duo e alla geniale originalità, sono immediatamente entrate nell’immaginario collettivo del web, ottenendo in poco tempo uno dei prodotti più divertenti di YouTube Italia. Inoltre, nonostante le situazioni siano sempre improvvisate e quasi tutti gli sketch siano autoconclusivi, i creatori della webserie hanno sempre mantenuto una forte continuità (cosa che sarà fondamentale successivamente). Un altro elemento che inoltre colpisce è la regia: i movimenti di macchina da presa di Michael Righini ed Enrico Vezzù dimostrano una precisa professionalità tirando fuori spesso dei guizzi interessanti, ancora di più se si pensa che le situazioni siano improvvisate e gli episodi vengano girati in pochissimo tempo.

Tuttavia “Mio Fratello è Scemo” non si è dimostrata solo una serie puramente demenziale già dalla prima stagione: man mano che Michael Righini e Matteo Carbone hanno sperimentato, è venuta fuori sempre di più una coesione precisa, mostrando qualcosa di inaspettato attraverso dei primi segnali arrivati con alcune scene e per poi esplodere con il finale della prima stagione: il decimo episodio infatti è realizzato prima di tutto con una capacità tecnica straordinaria che mette in mostra tutto il talento dei due registi attraverso delle inquadrature bellissime e soprattutto perché è l’inizio della direzione definitiva in cui vuole andare avanti la webserie. In quell’episodio infatti viene inserita non solo una forte componente action, ma anche un potentissimo lato drammatico (messo in scena in un modo estremamente inaspettato) che mostra il lato tragico dei personaggi il quale è sempre stato travestito da una componente comica. L’obiettivo della webserie è infatti quello di raccontare una condizione umana mostrata su un lato buffo, ma che allo stesso tempo dimostra tutti i difetti dell’egoismo e del vizio umano il quale però può essere combattuto solamente con un’unica arma: l’affetto, qualunque esso sia, che si prova attraverso un legame stretto che in questo caso è quello fraterno.

Elisa Mio Fratello è Scemo
(Elisa Marchisoni in una scena della seconda stagione)

Dopo la fine della prima stagione, il duo prosegue su questa direzione: per quanto gli sketch fini a sé stessi continuano ad essere utilizzati, viene data molto più spazio ai collegamenti tra gli episodi che possano mandare avanti la storia, in modo che lo spettatore spesso sia curioso di aprire il video successivo non solo per divertirsi ancora, ma anche per essere curioso di sapere che cosa succederà, proprio come una serie tv classica. Inoltre l’approfondimento psicologico dei personaggi viene sempre più sviluppato ed in ogni puntata c’è un perfetto equilibrio tra comicità e dramma. Anche questa volta la parte finale della stagione segna un nuovo incredibile cambiamento nella struttura della webserie: l’improvvisa componente thriller catapultata allo spettatore in una maniera del tutto inaspettata, aggiungendo quindi non solo la curiosità nel vedere andare avanti la storia, ma veri e propri momenti di suspence che arricchiscono sempre di più questo incredibile materiale. L’unica nota un po’ negativa è la gestione delle scene d’azione: non fraintendete, il livello è sempre più che buono considerando la produzione, ma i guizzi registici sono molto meno rispetto al decimo curatissimo episodio (e nella terza stagione si capirà anche definitivamente il perché). Se la seconda stagione quindi trasforma la webserie inizialmente demenziale molto originale fine a se stessa in una storia che mischia appassionante che mischia commedia e dramma, il pubblico rimane completamente spiazzato e le visualizzazioni diminuiscono non poco… ma gli autori non si arrendono e continuano per la loro strada, attirando una nuova fetta di spettatori che si dimostrano essere completamente sorpresi da questi risultati. La media della seconda stagione sarà infatti come minimo di mezzo milione di spettatori a video, con diversi episodi che superano anche abbondantemente questo numero: un risultato quindi sempre straordinario!

E dopo la seconda stagione Michael Righini e Matteo Carbone non potevano evitare di continuare la serie ed ecco che quindi viene confermata la terza stagione, la quale attualmente è ancora in corso… e che dimostra totalmente il coraggio di questi due autori. Prima di tutto bisogna di nuovo puntare un occhio altissimo sulla regia: tutti i difetti presenti nelle scene complicate della seconda stagione nell’ultima sono stati completamente cancellati ed anzi, si sono trasformati in dei pregi alti grazie a dei movimenti da macchina da presa curati e delle inquadrature che presentano una fotografia eccezionale. Questo salto di qualità presente precedentemente solo nel decimo episodio della prima stagione ed adesso ben saldato in ogni puntata della terza è dovuto al fatto che stavolta la webserie si sta prendendo molto più tempo dall’uscita di un episodio all’altro, per catturare la più grande cura possibile. Infatti è stata proprio la mancanza di tempo ad impedire agli episodi finali della seconda stagione di avere dei tocchi visivi particolari, ma adesso la realizzazione è sempre più professionale ed in questo modo la qualità sarà sempre più forte. Anche dal punto di vista della recitazione le cose sono salite in una maniera gigantesca: se infatti si vuole trovare dei difetti nella webserie, la prima cosa che viene in mente è legata al cast delle prime due stagioni in cui si avvertiva le differenze abissali tra i due protagonisti ed il resto degli attori, fatta eccezione per la talentuosa Elisa Marchisoni, pur non essendoci mai una performance che faccia realmente storcere il naso anche grazie alla selezione accurata per ogni ruolo stabilito.

Matteo Carbone
(Un’inquadratura proveniente dalla terza stagione)

Tuttavia con la terza stagione le cose sono completamente cambiate: non solo Michael Zimotti e Michela Riganelli hanno appreso una crescita artistica decisamente positiva, ma gli attori che interpretano nuovi personaggi importanti sono stati un’aggiunta meravigliosa per la webserie. Prima di tutto una sorpresa gradita è stata la presenza di Andrea Guagnini, celebre youtuber conosciuto sul web come DarkAndross. Questa è la prima volta che viene inserito nel cast di una webserie del canale un attore già molto conosciuto nelle cerchie di YouTube Italia dai tempi della prima stagione di “Fuga dalla Morte”. Tuttavia, mentre gli youtuber nell’opera appena menzionata apparivano come dei semplici cameo il più delle volte abbastanza inutili seppur divertenti, qui la webstar interpreta un vero e proprio personaggio fondamentale al proseguimento della storia: il signor Bianchi, un trafficante di armi di cui il cognome ricorda fortemente un personaggio del capolavoro “Le Iene” di Quentin Tarantino e la cui funzione sembra essere un vero e proprio omaggio al personaggio di Mr.Wolf proveniente da “Pulp Fiction”, film proveniente sempre dallo stesso autore. Il personaggio si rivela essere una spalla comica molto divertente per la sua apparente teatralità costruita apposta per immettere nei suoi clienti sicurezza e professionalità, ma allo stesso tempo è anche un forte elemento di tensione, perché sai che quando lui comincia a dire che ci sono dei problemi potrebbero arrivare dei pericoli non semplici per i protagonisti. Inoltre si capisce anche (almeno per ora) che il signor Bianchi è semplicemente un uomo egoista che non vuole cacciarsi in guai più seri della sua illegale professione e questo dimostra probabilmente che egli non sia spietato quanto un membro della malavita. La scelta di Andrea Guagnini nel ruolo è assolutamente perfetta, perché l’attore è capace tranquillamente di mostrare un incredibile impostazione teatrale che però nei momenti più seri viene modellata in un contesto molto più realistico ed ugualmente funzionante, dando prova ad una delle migliori prove attoriali che siano state partorite in una webserie italiana.

Mio Fratello è Scemo DarkAndross
(Andrea Guagnini in una scena della terza stagione)

Nonostante tutti questi punti grandiosi, il nuovo elemento attoriale che distrugge totalmente gli sguardi nello spettatore per una qualità così alta arriva con un attore utilizzato una sola volta nella prima stagione e che ha raggiunto una presenza molto forte nel finale della seconda, per poi diventare fondamentale nella terza: Nicola Adobati che interpreta l’antagonista El Gringo. Inizialmente il personaggio era solamente un antagonista stereotipato che dimostra solamente un bisogno di rispetto ed una spietatezza classica, però man mano che la webserie è andata avanti Michael Righini e Matteo Carbone hanno voluto dargli una caratterizzazione molto più approfondita e coinvolgente. El Gringo infatti è attualmente il personaggio più riuscito dell’intera opera insieme i due protagonisti, grazie ad un’interessante analisi psicologica che mostra un uomo che cerca continuamente di restare a galla in un mondo orrendo (cosa che lo rende anche continuamente spietato) ma che, nonostante il suo continuo istinto di sopravvivenza, non riesce mai a trovare una pace a causa di un passato molto difficile che probabilmente lo farà scendere sempre di più. Nonostante El Gringo faccia delle azioni ingiustificabili, ogni mossa ha alla base un potente realismo che ad un certo punto riesce a causare anche una forte empatia nello spettatore, al punto tale da poter creare delle spaccature interne per quanto riguarda chi vuoi che esca realmente vivo da questo inferno, dato che anche gli stessi protagonisti cominceranno a fare delle azioni non molto valorose. Il personaggio di El Gringo è già di per sé scritto molto bene, ma il valore definitivo gli viene dato dall’interpretazione di Nicola Adobati che va veramente oltre ogni aspettativa. I suoi sguardi infatti tolgono il fiato, creando un inquietudine fortissima che fa crescere di volta in volta sempre più tensione… ma allo stesso tempo l’attore riesce perfettamente a creare l’umanità del personaggio che lo rende ancora più empatico, specialmente nei flashback in cui non sembra nemmeno la stessa persona. Un’interpretazione maschile così bella non la si vedeva dai tempi di Andrea Baglio, il quale abbiamo sempre definito l’attore più talentuoso e capace di YouTube Italia.

Complimenti inoltre anche alle ottime interpretazioni di Ilenia Sbarufatti e Raja Sethi: i due infatti sono apparsi in un’unica scena a testa (almeno per ora) ma hanno lasciato ben lasciato il segno. Infine Michael Righini e Matteo Carbone continuano a dimostrare di avere un forte talento recitativo: Michael Righini, in momenti in cui il suo personaggio si sfoga, colpisce all’anima esattamente come aveva già fatto nella seconda stagione di “Fuga dalla Morte”, mentre Matteo Carbone continua a dare al personaggio una grande tenerezza e allo stesso tempo un nucleo molto controverso che hanno sempre caratterizzato Matt, ma stavolta attraverso uno stampo più drammatico che tragicomico… ed è proprio questo il punto in cui la webserie vuole focalizzarsi. Con la terza stagione (la quale è stata per ora ufficializzata come “stagione finale”), “Mio Fratello è Scemo” vuole entrare definitivamente in un mondo sporco che però porta ad enfatizzare la condizione umana stessa. La domanda principale che l’opera vuole fare allo spettatore è infatti: è forse possibile riuscire a mantenere i valori che ci rendono giusti e a rendere compatta la base che ci rende delle persone buone e da prendere esempio anche quando tutto quello che c’è intorno a noi è assorbito dal male che punta a portarci via tutto ciò che amiamo? Può l’affetto salvare realmente l’animo umano? Si può rimanere realmente buoni, giusti ed etici anche quando tutto va in malora? Ogni singolo dubbio viene trattato attraverso delle scene simbolicamente potenti e dei dialoghi incredibili (il monologo sul cane per esempio resta profondamente stampato in testa una volta che viene sentito).

Mio Fratello è Scemo El Gringo
(Nicola Adobati in una scena della terza stagione)

La cosa che inoltre stupisce ancora di più è il fatto che Michael Righini e Matteo Carbone abbiano abbandonato totalmente la parte comica del racconto se non attraverso brevissimi accenni in alcune scene: con la terza stagione infatti “Mio Fratello è Scemo” diventa definitivamente un thriller action con stampi profondamente drammatici che ricordano fortemente quella splendida opera che è stata appunto “Fuga dalla Morte”. Questa mossa è ancora più coraggiosa rispetto al passo avanti fatto con la seconda stagione e che cosa penserà il pubblico di ciò? Dopo il primo episodio che ha esordito con il botto a causa della profonda attesa che c’era grazie all’incredibile precedente finale, gli altri due episodi successivi hanno ottenuto una media di ben 300.000 visualizzazioni, un risultato sempre ottimo per una webserie italiana ma inferiore rispetto a quelli raccolti con le altre stagioni. Questa cosa dimostra quanto molti spettatori siano rimasti parecchio spiazzati da questo improvviso cambio di scena, ma ciò non dovrebbe spaventare subito gli estimatori del duo artistico: per quanto gli ostacoli siano ancora più forti, ricordiamo che anche i primissimi episodi della seconda stagione sono calati parecchio rispetto alla prima e dopo poco tempo c’è stata una rimonta incredibile proprio grazie al passaparola estremamente positivo. Considerando che l’accoglienza critica è ancora più positiva rispetto ai lavori precedenti, le cose si stanno mettendo davvero bene per i due artisti, anche perché appunto i loro numeri sono comunque delle cose molto invidiabili daa chi produce webserie in Italia.

Un ultimo inaspettato cambiamento fatto da Michael Righini e Matteo Carbone è l’aver completamente cancellato i loro nomi dal canale che è stato rinominato “NO TIME Production”, ovvero il nuovo nome della loro casa di produzione. Questo cambiamento mostra ormai al 100% che loro due non scherzano più e che il loro canale è una vera e propria produzione di arte di qualità che punta a portarli in luoghi che potranno finalmente non limitarsi solamente al web, cosa che meritano a tutti gli effetti: più hanno successo e più cercano in tutti i modi di approfittare del loro successo per offrire allo spettatore qualcosa che non vuole rimanere ancorato unicamente al puro intrattenimento. “Mio Fratello è Scemo” ha raggiunto dei risultati spaventosi divenendo non solo una delle migliori webserie italiane mai realizzate, ma anche uno dei prodotti italiani più belli degli ultimi anni comprendendo anche le opere cinematografiche e no. Michael Righini e Matteo Carbone hanno ancora una volta dimostrato all’Italia di avere talento ed è anche ora che non sia solo il pubblico a pensarlo, ma anche i produttori che possano finanziare le loro opere, perché sono produzioni come questa che salveranno il nostro paese da una mancanza di varietà artistica.

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