Lo scopo è ammirevole, ma l’algoritmo un po’ meno…

La piattaforma di YouTube è decisa a migliorare la tutela dei suoi utenti e vuole evitare che qualcuno sfrutti dei canali per diffondere idee razziste, naziste o con qualunque altra forma di immoralità. Proprio per questo la piattaforma ha realizzato degli aggiornamenti e di conseguenza ha fatto un annuncio:

“Oggi facciamo un nuovo passo avanti nella nostra policy contro l’odio in rete con la proibizione specifica di tutti quei video nei quali si asserisce che un gruppo è superiore ad altri con l’obiettivo di giustificare discriminazione, segregazione o esclusione basate su attributi come l’età, il sesso, la razza, la classe sociale, la religione, l’orientazione sessuale o stato di veterano.

Questo potrebbe includere, per esempio, video che promuovono la glorificazione dell’ideologia nazista, che è intrinsecamente discriminatoria. Inoltre, rimuoveremo contenuti che negano che eventi violenti documentati, come l’Olocausto o la sparatoria della scuola Sandy Hook Elementary, siano realmente avvenuti.”

Se alla base l’obiettivo che vuole raggiungere la piattaforma è lodevole, il modo in cui tuttavia sta gestendo il tutto lascia un po’ a desiderare. Per risolvere il problema YouTube infatti ha inevitabilmente scelto di nuovo le funzioni automatiche realizzate dal suo algoritmo che a quanto pare non si stanno dimostrando molto affidabili.

Uno dei primi problemi è risultato con il canale di Scott Alsop (in arte Mr. Allsop History) che è stato chiuso poco tempo dopo il rilascio dell’algoritmo, quando quest’ultimo non è altro che un canale che tratta la storia degli ultimi 1000 anni e pochissimi video sono dedicati al Nazismo (che nemmeno viene inneggiato).

Scott Alsop si è espresso estremamente dispiaciuto dell’accaduto:

“YouTube mi ha bandito per “discorsi di incitamento all’odio“, penso a causa dei filmati sulla politica nazista che propongono discorsi di propaganda da parte dei leader nazisti. Sono frustrato nel ricevere questa affermazione contro di me, ed ancora di più pensando che oltre 15 ore di materiale creati per la comunità #HistoryTeacher siano finiti così bruscamente.”

Scott Alsop non è stato tuttavia l’unica vittima: numerosi giornalisti, ricercatori ed insegnanti hanno infatti protestato contro la politica di YouTube gestita in questa maniera e che ha visto la cancellazione di diversi video, compresi paradossalmente anche quelli che erano proprio contro i contenuti che la piattaforma cerca di debellare (tra cui il canale ufficiale del Centro di Studi sull’Odio e sull’Estremismo della California State University).

È vero che YouTube non può umanamente occuparsi personalmente di tutti i video caricati, ma è anche vero che se i risultati devono sempre essere questi è anche ora che vengano cercati dei provvedimenti che siano alternativi all’algoritmo, perché altrimenti non si potranno mai ottenere degli ottimi risultati. Le persone ai piani alti della piattaforma hanno ammesso di essere ancora lontani e che i provvedimenti sono sempre difficili (specialmente all’inizio). Come andrà a finire il tutto?

 

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