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I gamer sono parassiti della società?

Quando si pensa alla parola “youtuber”, il pubblico generale la collega immediatamente alla figura del gamer. Per chi non lo sapesse, per “gamer” si definisce quella persona che, facendosi riprendere da una telecamera o anche solo registrando la sua voce, fa delle partite ad uno o più videogames, caricando poi il seguente gameplay su una piattaforma di Internet che il più delle volte è proprio Youtube. All’inizio il gamer aveva solamente il ruolo di guida visiva per i videogiocatori che non riescono a portare a termine determinati obiettivi per andare avanti con la storia (basti pensare infatti ad IosonoOtakuman). Con il passare del tempo però diversa gente cominciò a farsi riprendere durante le partite semplicemente per divertimento, in modo da trasformare i gameplay in una sorta di sfogo che potesse piacere a loro e agli utenti che li seguivano. Basti pensare a Lorenzo Ostuni, conosciuto dal popolo del web come Favij, che solitamente era molto timido ma che appena prendeva il controller in mano diventava una persona che davanti alla telecamera faceva tutto ciò che voleva.

(Lorenzo Ostuni nella foto)

Questa cosa piacque molto al popolo del web, soprattutto al pubblico dei ragazzi al quale, con il passare del tempo, si sarebbe aggiunto anche quello dei bambini. Favij in particolare divenne lo youtuber più seguito in assoluto su Youtube Italia, arrivando fino ad oggi, nell’arco di 5 anni, alla cifra di quasi 5 milioni di iscritti (che raggiungerà probabilmente a breve). Mentre Favij continuava a far crescere la popolarità durante gli anni, allo stesso tempo nacquero numerosi altri gamer e diversi riuscirono a superare il milione di iscritti senza mai fermarsi: CiccioGamer, Anima (in basso a sinistra), Surry (in basso a destra), LaSabriGamer (in alto al centro), St3pny (in alto a sinistra), etc.

(Alcuni dei più popolari gamer in Italia)

Con il sistema della monetizzazione dei video in base alle visualizzazioni introdotto da Youtube, non c’è da stupirsi che quella del gamer sia diventata una vera e propria professione oltre che una passione, facendo in modo che molti di essi, una volta raggiunta la giusta popolarità, usino ormai questo sistema come forma maggiore di sostentamento. Proprio per questo motivo diversa gente ha etichettato gli youtubers in maniera negativa, come delle persone che ricevono buone quantità di denaro stando semplicemente seduti in poltrona senza fare nulla. Questo è il soggetto che sarà trattato nell’articolo in questione.

Prima di tutto è opportuno specificare che uno youtuber non è per forza un gamer come molta gente pensa, ma può essere benissimo un attore, un regista, uno sceneggiatore, un comico, un giornalista o qualunque altra professione. Il motivo per cui diversa gente collega questo settore molto più ampio ad un’unica categoria è perché essa è la più popolare, soprattutto tra i più giovani. Inoltre quando le persone diventano popolari ottengono diverse proposte dalle major per scrivere libri, per pubblicizzare dei prodotti, per finire in tv o al cinema e chi più ne ha più ne metta. Questo è uno dei motivi principali per cui il pubblico generalmente non attacca solo i gamer, ma anche altri tipi di youtuber. Questa parte dell’argomento tuttavia merita un discorso più ampio che verrà trattato in un altro articolo.

(Lo so che volevate che parlassi di questo, ma dovrete aspettare.)

Molti odiano i gamer per il loro successo, ma non molti si chiedono effettivamente il perché abbiano così tanto successo. La risposta è molto più semplice e comprensibile di quel che si pensa: la percezione del pubblico giovane nei loro confronti. Si sa infatti che la maggior parte degli utenti che seguono i gamer è formata da un pubblico giovane, ma spesso ci si dimentica che le stesse persone seguite siano formate nella maggior parte da individui che vanno dai 15 ai 25 anni. Solitamente i gamer non sono attori, non sono scrittori e non sono cantanti … ed è proprio questo che ha attirato tanto i ragazzi, molto prima che arrivassero i bambini tra il pubblico: perché essi non hanno maschere. Queste persone tanto amate sono ragazzi normalissimi che parlano e si esprimono in maniera spontanea (con le dovute eccezioni). Ciò suscita nel pubblico giovane una calorosa sensazione di sicurezza, perché tutto quello che si vede è un ragazzo che ha come obiettivo quello di far sorridere chi lo sta guardando, una sorta di compagno di giochi che sta nella stanza, anche se non fisicamente. Considerando poi che i gamer hanno l’abitudine di fare almeno un video al giorno, quello dell’utente diventa un appuntamento fisso, perché quei dieci minuti di gameplay riescono a far staccare la spina a quel giovane che vuole solo divertirsi con il suo “amico virtuale”, come se stesse giocando insieme a lui, spazzando per pochissimo tempo qualunque problema adolescenziale in maniera ironica perché, oltre ad essere intrattenuto dalle battute e dalle smorfie dello youtuber, il ragazzo avverte che quest’ultimo stia pensando a lui, anche se non direttamente.

(Una delle tante fan art dedicate a Favij)

L’attore, sceneggiatore e regista Andrea Baglio, che spesso si serve di YouTube per far conoscere i suoi (ottimi) lavori, si è espresso in questa maniera durante una conferenza universitaria:

“I gamer ottengono un enorme quantità di iscritti… ma che tipo di pubblico è quello? Uno che guarda un minuto di video, poi ferma quest’ultimo e passa immediatamente ad un altro.”

L’affermazione di Andrea Baglio non è sbagliata, ma non è ciò che rappresenta la maggior parte di coloro che seguono i gamer. Sebbene ci siano persone che, pur di vedere tutti i gamer possibili ogni giorno, si guardano solo un pezzo di video per poi passare immediatamente al successivo girato da un altro gamer, ce ne sono molte altre che invece scelgono solo i gamer da loro reputati i migliori, prendendosi quindi il tempo giusto per gustarsi con calma i loro video per intero. Se poi la maggior parte degli utenti si comportassero davvero come Andrea Baglio afferma, allora queste web-star sarebbero molto meno popolari e non otterrebbero tanto successo ai raduni che avvengono ai comicon e alle mostre, cosa che invece accade.

(Il gamer Stefano Lepri, conosciuto come St3pny, mentre è ad un raduno dei suoi fan.)

Una volta capito che il successo di questa categoria di youtuber non è una cosa campata per aria, c’è la seconda questione a cui rispondere: il gamer è uno che riceve soldi senza fare nulla? Prima di tutto bisogna precisare che ci sono due tipi di gamer: colui che, una volta finito di girare un video, decide di editarlo e chi invece, una volta finito di girare un video, lo carica direttamente sulla piattaforma. Se lo youtuber appartiene alla prima categoria, egli impiega non poco lavoro nel montaggio, perché se per fare una partita ha registrato come minimo quaranta minuti (cosa che accade il più delle volte), allora ne deve spendere circa il doppio per rivedere il materiale ed aggiungere tagli e modifiche che non sono semplici come potrebbero sembrare in apparenza (ecco l’esempio di un video editato per farvi capire). Tutto questo per un solo video, ma ci sono diverse persone che ne fanno più di uno al giorno. Se lo youtuber appartiene invece alla seconda categoria, egli deve invece impegnarsi di più nel catturare l’attenzione dello spettatore senza creare parti noiose (che di solito vengono invece rimosse nell’editing dagli youtuber appartenenti alla prima categoria). Inoltre i gamer devono trovare il tempo di fare tutto ciò e spesso il tempo è tanto. Quindi immaginate di dover impiegare diversi giorni a settimana a fare sempre le stesse cose, stando ore davanti al computer e non potendo staccare la spina per molto tempo. Se siete impiegati di certo lo saprete, anche se mettete più fatica di un gamer e questo nessuno lo mette in dubbio.

C’è successivamente la terza questione: il gamer non produce nulla di utile per la società? Se considerate che l’obiettivo di un gamer sia quello di intrattenere lo spettatore, la risposta è no. Se davvero lo spettatore riceve qualcosa che può aiutarlo a rilassarsi e a sentirsi meglio, ottenendo quindi un’emozione positiva, allora il gamer lo sta aiutando e quindi si dimostra utile. Certo, ciò non toglie che lo spettatore potrebbe divertirsi con qualcosa di più elaborato ed impegnato e che quello del gamer sia il tipo d’intrattenimento più povero a livello di contenuti. Tuttavia, siccome tutto ciò è pur sempre una forma d’intrattenimento, allora essa è utile e, siccome il gamer viene retribuito per questo, di conseguenza è ufficialmente un lavoro, che la cosa piaccia o meno.

In uno dei suoi video, il gamer Mirko Alessandrini, conosciuto come CiccioGamer89, ha fatto questa esclamazione: “Noi Youtuber Siamo Artisti.”

(Mirko Alessandrini nella foto)

Certamente diversi youtuber sono artisti… ma non i gamer. Un’artista è qualcuno che, attraverso un testo scritto o orale, un approccio registico, un disegno, un brano, una melodia o una scultura, produce un’opera. Un gamer alla fine produce sempre lo stesso risultato: la partita di un videogioco (quest’ultimo è certamente un prodotto artistico, ma quasi sempre non è il gamer ad averlo creato), che può essere abbellita da risate e da un buon montaggio, ma rimane comunque la partita di un videogioco. La figura di un giocatore di videogames è più volte paragonata a quella di un calciatore che viene idolatrato dalla gente perché è bravo a giocare. Infatti giocare ai videogames viene dai più definito uno sport come lo è giocare a scacchi. In questo modo il gamer è semplicemente un intrattenitore che non pratica arte. Certo, questo non vuole dire che un intrattenitore non possa avere la voglia e le capacità di fare qualcosa di più originale ed artistico (un esempio è questo video realizzato proprio da CiccioGamer), ma purtroppo non succede quasi mai tra i gamer che ciò sia fatto abitualmente.

Dopo aver fatto queste analisi, riassumiamo tutto nelle seguenti domande e risposte:

1) I gamer sono artisti? No.

2) È giusto che siano gli youtubers italiani più seguiti quando ci sono tanti artisti nella piattaforma? No.

3) È giusto che guadagnino cifre molto buone rispetto a quello che fanno effettivamente? No.

4) Utilizzano la forma d’intrattenimento meno impegnativa che sia mai esistita? Si.

5) Sono parassiti che guadagnano senza fare nulla? No.

Loro non fanno altro che approfittare di un sistema di marketing cercando di guadagnare il più possibile per vivere, senza però dormire tutto il giorno o portare avanti qualcosa di illegale. Se volete davvero avercela con qualcuno, perché ricevono troppo rispetto a quello che fanno, dovete prendervela con i grandi sponsor che preferiscono supportare loro piuttosto che quelli che creano video con contenuti molto più artistici e vari. Perché è facile criticare la gente, specialmente dei giovani, quando hanno l’opportunità di guadagnare con molta più facilità, dato che dubito molto che almeno la metà delle persone che li attaccano non avrebbero fatto la stessa cosa. I gamer non sono altro che i rappresentanti di una moda che, come tutte le mode e fino a dati contrari, prima o poi finirà.

 

(Questo articolo è stato scritto e curato da Andrea Barone)