Abbiamo scambiato qualche parola con una delle personalità più interessanti e discusse di YouTube Italia.
Davide Marra (in arte Mr.Marra) si è fatto conoscere aprendo delle collaborazioni con Simone Santoro (in arte YouTube Fa Cagare), ma grazie al suo modo di riflettere e di argomentare è riuscito perfettamente a distinguersi dagli altri youtuber ed ha spesso aperto dei dibattiti molto interessanti sia per gli utenti che per gli youtuber stessi che hanno parlato con lui.
I suoi interessi variano per qualunque forma d’arte, soprattutto il cinema, ma in realtà Davide Marra ama parlare di tutto, purché siano argomenti che invitino a delle riflessioni interessanti. Il suo canale di YouTube ha raggiunto circa 16.000 iscritti ed al momento egli è uno dei gestori ufficiali del Cerbero Podcast (gli altri due sono Simone Santoro e Mr. Flame), il canale Twitch in cui vengono spesso riunite delle personalità molto influenti di YouTube per parlare di argomenti importanti in maniera argomentata e con i migliori confronti.
Abbiamo quindi fatto diverse domande al celebre recensore, parlando del suo modo di gestire il Cerbero Podcast, del suo rapporto con i suoi collaboratori, del cinema e tante altre cose. Vi auguriamo una buona lettura.
Io: Come è nato il Cerbero Podcast?
Davide: Il Cerbero Podcast è nato una sera attraverso un brainstorming tra me, Simone e Mr.Flame. Siccome eravamo molto affascinati da diversi podcast che continuavano ad essere applicati all’estero, abbiamo avuto l’idea di aprire il nostro in Italia siccome non lo faceva nessuno. Visto che Twitch era una piattaforma in crescita (l’aveva appena comprata Amazon), abbiamo pensato: perché non fare qualcosa di interessante visto che siamo bravi ad intrattenere e sappiamo parlare? Questa l’abbiamo vista anche come alternativa a YouTube, quindi come un secondo introito ed anche come una seconda valvola di sfogo.
Io: E da quando sei diventato uno youtuber la tua vita o il tuo modo di vedere le cose sono cambiate in qualche modo?
Davide: In realtà io non mi definisco un vero e proprio youtuber. Alla fine io ho portato su YouTube quello che facevo nella vita, parlando delle mie passioni. Questa cosa mi piace, ma rimane appunto una passione e, per quanto organizzi le cose in maniera professionale, non lo vedo come un vero e proprio lavoro (anche perché appunto ne ho altri oltre a YouTube). Da quando però ho cominciato ad avere visibilità sono cambiate le cose, perché giornalmente sono alla mercé delle persone, come se fossi in pubblica piazza. Visto che io giornalmente mi sfogo anche molto dal punto di vista delle idee e dal punto di vista intellettuale, di conseguenza devo sempre avere a che fare con persone che giudicano quello che fai e quello che dici, guadagnando oltre agli hater anche dei fan (che non sono per forza una cosa positiva al di là del discorso egocentrico).
Io: Uno degli obiettivi principali del Cerbero Podcast è parlare di quello che succede su YouTube. Qual è esattamente il vostro scopo quando riflettete sul mondo del web?
Davide: Io posso parlare per me e non a nome dei miei colleghi. Io cerco sempre di stimolare me stesso ed anche gli altri sul fatto che non importa tanto quale sia il tema. Nel senso: non lo faccio per le visualizzazioni se stiamo parlando su qualcosa riguardante la politica o riguardante YouTube. Per me sono comunque delle cose attraverso cui si può parlare e dalle quali si possono trovare delle riflessioni molto interessanti ed anche filosofiche, oltre che a essere ottime per l’intrattenimento ovviamente. Per me sono in ogni caso degli ottimi pretesti per stimolare una discussione verso chi mi guarda, creando quindi degli ampi dibattiti.
Io: Visto che hai citato la tua community, che rapporto hai con essa?
Davide: Ho molto rispetto delle persone che mi seguono. Ho notato infatti che la mia community è molto propensa alla discussione e porta rispetto anche nei miei confronti, perché le opinioni, sia quelle che concordano con quello che dicono e sia quelle che non concordano con quello che dico, sono quasi sempre costruttive e ciò è un gran bene. Inoltre la community sei tu a creartela, perché dipende molto da quello che fai e soprattutto dal modo in cui esponi ciò che vuoi trasmettere. Credo che la community sia un po’ lo specchio del creatore: infatti per certi tratti è abbastanza ingenerosa e st****a, proprio come lo sono io, e allo stesso tempo è un pubblico con il quale puoi parlare e confrontarti.
Io: Negli ultimi tempi tu hai realizzato un cortometraggio porno ed in uno dei tuoi video hai già spiegato il perché trovi assurde le critiche fatte non solo per la tua intenzione, ma per il mondo del porno in generale. Quando hai progettato di realizzare il corto, e quindi prima che uscisse, l’opinione pubblica ha influito molto su di te?
Davide: L’opinione pubblica ha certamente influito… stimolandomi ancora di più nel farlo. Non mi ha affatto fermato, anzi, ha accelerato la cosa. In un mondo ipotetico dove il sesso non sia visto come è visto oggi (ovvero in maniera estremamente bigotta) forse non mi sarebbe venuto nemmeno venuto in mente di farlo, invece a maggior ragione tutto ciò è stato uno stimolo per schiaffeggiare gli ipocriti.
Io: Quindi è questo ciò che vuoi esprimere attraverso il porno? Praticamente vuoi andare contro il bigottismo delle persone?
Davide: Voglio dimostrare che il modo in cui guardi una persona può rimanere tale anche se lo vedi con il pene nudo. Mi da fastidio questa fobia del pene nudo. Non mi da fastidio tanto quella riguardante la vagina, perché essendo in una società italiana così ipocrita e maschilista non c’è tanta paura per le parti intime femminili quanto quella che si prova invece per il ca**o. Non bisogna certo pretendere che chiunque debba esporre le proprie parti del corpo, perché quella è una scelta privata. Io lo faccio perché è una scelta che non mi imbarazza ed anzi, mi diverte anche. Le persone devono essere libere di non voler esporsi in nudità e quindi devono essere libere anche del contrario. Ripeto, se la società concedesse queste cose io probabilmente non avrei fatto il mio lavoro erotico.
Io: Oltre al porno hai in mente di esordire in altre forme d’arte?
Davide: Io con le altre forme d’arte faccio delle cose che paradossalmente non mostro, al contrario del porno (ride). Io infatti scrivo e disegno, ma il mondo non ha bisogno dei libri e dei disegni di Marra, mentre invece ha bisogno del ca**o di Marra. Forse in futuro pubblicherò qualcosa, ma al momento non ho progetti.
Io: Molte scelte registiche del corto pornografico sono tue. Per questo pensi mai di esordire dietro la macchina da presa attraverso videoclip e cortometraggi cinematografici, o la tua idea resta la stessa delle altre forme d’arte?
Davide: Non ho studiato per farlo a differenza di altre persone più capaci di me in questo campo, tra cui anche ragazzi e ragazze che si fanno un c**o grosso come una casa, per questo non mi azzardo. Per fare il regista ci vuole una grande esperienza e quindi, se volessi dilettarmi in tale arte, prima dovrei farmi una bella gavetta e poi esordirei. Ho molto rispetto per questi lavori, quindi bisogna avere sempre una grande formazione per iniziare, ma al momento una cosa del genere non è nei miei progetti.
Io: Visto che stiamo parlando di cinema come pensi che siano messi i film odierni? Pensi che le produzioni rivolte alle opere d’autore stiano diminuendo o è semplicemente puro allarmismo?
Davide: In realtà l’autorialità si può esprimere in tanti modi diversi, quindi non penso che si possa fare una stima dei tempi in cui si stava meglio e dei tempi in cui si stava peggio, non mi è mai piaciuto questo discorso. Penso che ogni era abbia le sue brutture ed i suoi picchi virtuosi. Ci sono forme d’arte e risultati osceni in ogni epoca. Posso dire che attualmente il cinema che incassa è solo uno, ovvero quello che crea un hype gigantesco. Non è cambiato chi fa il cinema, è cambiato chi guarda il cinema. Il pubblico è cambiato perché è cambiato il modo di fruizione: una volta al cinema si andava perché era importante nell’intrattenimento anche a livello sociale, dato che la gente mostrava interesse anche nei film originali dato che andava al cinema semplicemente come passatempo. Oggi il cinema è stato distrutto dalla società in cui stiamo vivendo perché la gente non va a vedere un film lasciandosi trasportare dalla curiosità, ma solamente andando a vedere qualcosa che già conosce per essere sicura dei soldi che spende, qualcosa che ha già una fan-base solida. Questo è il motivo per cui è fortemente aumentata la produzione e la pubblicità di remake, reboot e sequel. Per quanto riguarda la fruizione delle persone il cinema è diventato qualcosa di puramente commerciale, ma per quanto riguarda gli artisti, penso che ci siano registi grandiosi oggi come c’erano all’epoca.
Io: Qual è il tuo film preferito? E quello che invece odi di più?
Davide: Non provo mai odio verso dei film, semmai mi da fastidio la gente che ha pregiudizi o esalta certe cose inutili. Per esempio trovo che “Inception” sia uno dei film più sopravvalutati dell’universo: è stupido perché vuole fare finta di essere complesso per illudere il pubblico non-esperto di cinema di essere invece tale. Questa è una strategia che Nolan coscientemente fa, nonostante abbia fatto dei film grandiosi come “The Prestige”. Il mio film preferito invece si estende a tutta la filmografia di Fellini: mi è difficile scegliere tra i suoi splendidi lavori, ma se devo proprio farlo ti direi “8 e 1/2”, “Il Casanova”e “La Dolce Vita”.
Io: Che cosa pensi degli approcci degli youtuber nel mondo del cinema? Pensi che ci siano mai stati degli esempi positivi? Se si quali?
Davide: Su YouTube ci sono dei talenti e dei ragazzi intelligenti (me compreso), ma non sono dei professionisti. Anche quelli che sono dei semiprofessionisti come potrebbero essere per esempio i The Jackal, comunque non hanno una formazione tale da reggere una sala cinematografica. Puoi essere uno youtuber di grande valore, ma non puoi comprimere dieci anni di formazione con un anno di esercitazioni uniti all’esperienza passata sul web. Ci sono degli esempi positivi come per esempio Claudio Di Biagio, però anche li: non puoi paragonare un ragazzo anche molto bravo come un Claudio Di Biagio o dei comici come i The Jackal persino a registi del livello di Gabriele Muccino. Muccino infatti, nonostante sia un regista che non mi piace, è stato più di venti anni a fare quel lavoro a differenza delle persone che ho appena menzionato e comunque, anche gli esordi, si è fatto un c**o grosso attraverso anni di gavetta. Quello dello youtuber, anche se è brutto dirlo, è un altro tipo di lavoro con capacità tecniche più limitate, ma ciò non vuol dire che valga meno nell’impegno e nell’importanza dell’intrattenimento. Infatti probabilmente YouTube funziona perché traspare l’umanità del creator attraverso i mezzi del web piuttosto che attraverso quelli televisivi e cinematografici, sono semplicemente dei punti diversi. Come se paragonassi Yotobi a Cattelan: magari Yotobi è meglio di Cattelan su YouTube, ma quest’ultimo è infinitamente meglio del primo in televisione.
Io: Come descriveresti la tua collaborazione con gli altri membri del Cerbero Podcast?
Davide: Noi ci siamo conosciuti tramite un gruppo di youtuber su Facebook un paio di anni fa. Prima di collaborare però sono passati diversi mesi, perché noi ci siamo conosciuti come amici. La prima collaborazione l’ho fatta con Simone Santoro (in arte YouTube Fa Cagare) per un suo video e, dato che ci siamo trovati bene, abbiamo continuato con altri video. Prima del Cerbero Podcast non è che avessimo collaborato chissà quanto sul web, ma eravamo per la maggior parte delle volte semplicemente amici, invece dalla nascita del Cerbero Podcast è nata un’ottima compattezza anche lavorativa. Ognuno di noi agisce in maniera indipendente, però allo stesso tempo cerchiamo di trovare degli accordi per mandare il canale al meglio. Questa è una cosa difficile, perché siamo tre teste dalle personalità molto egocentriche e molto forti ed ognuna di esse vuole prevalere sull’altro, il che è molto figo perché una testa sprona l’altra a fare meglio. Secondo me è una competitività sana. A volte è difficile perché ci scontriamo un po’ tra di noi, ma questo è il bello della trasmissione: l’umanità nostra che viene fuori. Alla fine sono dei rapporti umani come delle coppie, ma l’importante è che una coppia, dopo una bella litigata, si fa una trombata e finisce tutto. L’amicizia deve essere così nei rapporti lavorativi secondo me. I dibattiti ci devono essere, ma è fondamentale che ci sia comunicazione ed onestà, così i problemi si superano.
Io: E qual è secondo te il più grande problema della società italiana di oggi?
Davide: La disonestà. Siamo un popolo disonesto che forma un circolo vizioso: tutti rubano e noi votiamo al potere chi ruba, così ci stiamo mangiando da soli. Anche le persone che hanno un’indole onesta purtroppo sono costrette a rubare per campare. La crisi dovuta a chi ruba alla fine è come un cane che morde la coda. Le persone oneste infatti sono costrette per esempio a fare di tutto pur di pagare le tasse alte proprio perché nessuno le paga. Questo è il problema più grande dell’Italia: la corruzione derivata dalla disonestà.
Io: Cosa pensi invece di YouTube Italia?
Davide: Io non vedo YouTube Italia come un organismo. Non posso fare lo stesso discorso che ho fatto con la società italiana, perché per me non è una società. Sono tante persone diverse che cercano di venire fuori. Possiamo paragonarla ad un acquario dove ogni squalo cerca di prevalere sull’altro per non sopperire. Non c’è un lavoro di squadra, non c’è una community unita: ci sono tante personalità dove i più forti emergono ed ogni tanto qualcuno muore mentre magari qualcun’altro sale a galla. Fondamentalmente non c’è unione ed ognuno guarda il proprio orticello, cercando magari il supporto quando gli fa comodo. Per quanto riguarda le singolarità penso che ci siano degli youtuber straordinari così come ci sono quelli che approfittano semplicemente delle mode.
Io: E qual è lo youtuber con cui desideri collaborare?
Davide: Lo youtuber che più stimo e con cui per fortuna ho già collaborato è WesaChannel. Mi piacerebbe invece collaborare molto con Roberto Mercadini per esempio, ma io sono in generale uno aperto a tutto, per questo abbiamo inserito nel “Cerbero Podcast” la possibilità di avere ospiti: sono infatti una persona che ama il dibattito e l’aggregazione. La forza di “Cerbero Podcast” infatti è l’unione di tre personalità differenti ma che grazie ai talenti singoli riescono a creare qualcosa di interessante.