Le sue canzoni stanno spopolando su Youtube ed in generale nel mondo dei social.
Il suo nome è Liberato e la sua vera identità è un mistero.Si perché il cantante, fin dal momento del lancio della sua prima canzone “9 maggio”, avvenuto nel febbraio del 2017, ha scelto di limitarsi ad esprimersi attraverso le sue canzoni, mantenendo il massimo riserbo sul suo vero nome e cognome.
Non solo, Liberato non ha mai mostrato il suo volto né dal vivo, né sui social, anche se questi ultimi sono il principale spazio entro cui il cantante appare, nonché il mezzo fondamentale di cui egli si serve per diffondere la propria musica.
L’ altro ieri sera, però, Liberato ha scelto di esibirsi dal vivo. Lo ho fatto dopo aver informato i suoi fan attraverso Facebook. Un messaggio ermetico, essenziale, conciso, composto da poche singole parole scritte senza badare tanto alla forma, senza tanti fronzoli, su di uno sfondo nero: “nove maggio, Napoli, lungomare, tramonto, gratis.”
Tanto è bastato per mandare in visibilio i fan, giovanissimi, giovani e anche giovani adulti.
Sul lungomare di Napoli, per assistere al concerto del misterioso artista sono accorse circa ventimila persone, sulle quali hanno vigilato duecento agenti tra polizia e carabinieri.
Quelli che speravano che Liberato potesse, nell’ occasione, decidersi a rivelare la sua identità, sono però rimasti delusi. Il cantante si è esibito sul palco incappucciato, a viso coperto e per di più in compagnia di altre persone praticamente uguali , sia per l’ abbigliamento che indossavano, sia per il fatto di avere il viso nascosto. Il tutto ovviamente con lo scopo di rendere impossibile riconoscere il volto e la vera identità di Liberato. E così, il mistero che dallo scorso anno continua ad avvolgere la figura di questo nuovo artista partenopeo, invece di risolversi ha finito con l’ infittirsi.
Se la questione dell’ identità non svelata ha un po’ deluso, di sicuro non ha deluso il concerto. L’ atmosfera è magica, l’ entusiasmo è tanto, migliaia di ragazzi e ragazze cantano a squarciagola e con emozione i pezzi che via via il cantante propone.
Migliaia di ragazzi di diversa estrazione sociale si siano riuniti al tramonto, vicino al mare, per ascoltare le parole e le melodie di un cantante senza volto. Ed è bello pensare che tutto questo sia stato anche un’ occasione di aggregazione culturale. Perché la lingua di un popolo è la sua cultura. E Liberato è un cantante napoletano, che canta in napoletano usando parole del gergo quotidiano. Spero che durante quelle ore quei ragazzi abbiano potuto percepire anche una sorta di vicinanza e condivisione data dal sentirsi parte di una cultura, e forse anche, (perché no?) di una sottocultura comune.
Non è molto, certo. Ma considerando che oggigiorno le occasioni in cui i giovani hanno la possibilità di percepire se stessi sentendosi parte di qualcosa sono assai poche, in fin dei conti non è nemmeno poco.
C’ è chi riguardo Liberato si esprime con scetticismo. Molti sostengono si tratti solo di un progetto di marketing studiato a tavolino, ma d’ altra parte, quante cose al giorno d’ oggi si muovono senza che in gioco ci sia il denaro?
La cosa importante è sapere che Napoli è una terra che ancora riesce a sfornare talenti – nella musica come in molti altri campi – e che questi talenti ancora riescono ad esplodere come dinamite, grazie all’ entusiasmo di migliaia e migliaia di giovani di una città sempre capace di sognare, di meravigliarsi, di partecipare e condividere. Nonostante le difficoltà, nonostante i problemi. Nonostante tutto.