Ecco cosa possono imparare i Brand dai creatori di contenuti dopo la quarantena.

La quarantena ha notevolmente reso più fragili gli animi dei consumatori, individui che sempre di più sono diventati utenti del web. Il mercato si è evoluto tantissimo in questi anni e mai come ora, dai tempi dell’avvento di Internet, la straordinaria influenza delle webstar, comunemente note come appunto “influencer“, ha avuto un ruolo fondamentale nella società e di conseguenza nel mercato. Ma come può il mercato coesistere perfettamente con gli influencer? Scopriamolo.

Come arbitri della cultura digitale, gli influencer hanno da tempo svolto il ruolo di riunire le persone e costruire comunità. Nei casi in cui l’interesse della comunità è molto di nicchia, gli influencer hanno aiutato le persone a rendersi conto che ci sono altri “normali individui” che sono proprio come loro, individui che mostrano l’impatto che possono avere nell’aiutare a unire le persone nei momenti di bisogno, facendoli sentire a casa. Questi creatori di contenuti hanno messo in luce nuove opportunità per i brand, opportunità che permettono di interagire in maniera autentica per relazionarsi con il loro pubblico di destinazione, indipendentemente da quale luogo siano.

Poiché i brand mirano a continuare a supportare il loro pubblico sui canali emergenti o attraverso comportamenti di nuovi utenti, possono guardare agli influencer come esempio.  La sfida sottolinea il fatto che ora è il momento di sostenere i consumatori, non solo i commercianti. Uno studio ha scoperto che, mentre la maggior parte dei consumatori intervistati non si aspetta una mancanza di pubblicità del brand, il 77% si aspetta che i brand possano essere utili per navigare nella nuova normalità in cui ci siamo trovati. Le varie organizzazioni degli influencer sono significativamente forti nel modo in cui possono continuare a produrre contenuti con i loro team distribuiti in diverse località.

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Anche i comportamenti dei consumatori stanno cambiando da quando è iniziata la quarantena ed anche dopo che quest’ultima sta diminuendo gradualmente, ciò che è successo si avverte ancora parecchio. Poiché i consumatori trascorrono ancora molto tempo a casa per restrizioni o semplicemente per paura. Attraverso la funzionalità delle storie di Instagram, ad esempio, gli utenti passano in giro a mostrare il modo in cui si sono sentiti senza provare isolamento. Nel frattempo, “TikTok” è emerso come un canale importante per aiutare a rimanere informati sulla pandemia ma anche per ridurre lo stress, consolidandosi definitivamente come una piattaforma amata dal pubblico e che ha tirato fuori nuove scoperte.

Quando si tratta di cambiare le strategie al volo in base all’accoglienza del pubblico, i brand possono ancora una volta prendere spunto dagli influencer. Tra le maggiori sfide che gli influencer hanno affrontato contro la pandemia c’è l’ansia di sembrare insensibili, un’autocoscienza che ha spinto molti a chiedere al pubblico quale tipo di contenuto ritiene appropriato in un momento in cui diverse persone stanno lottando. I legami tra gli influencer e la loro community sono così stretti e forti che spesso possono ottenere feedback in un minuto e produrre contenuti nuovi direttamente nell’ora successiva, a differenza di molti brand che devono sedersi con i loro team, restringere le categorie e riorganizzarsi (a volte anche dimenticando completamente di ascoltare il pubblico durante tutto il processo creativo).

E’ indispensabile usare i propri canali social per capire la community, capire come stanno le persone e fornire conforto e fiducia. Da lì, si inizia a costruire un modo per accontentare le loro esigenze e dare loro ciò di cui hanno bisogno. L’influencer deve organizzare delle live in cui fa domande e deve mostrarsi aperto… e nel caso in quel momento non dovesse sentirsi bene, può anche mostrare la sua vulnerabilità emotiva, perché l’influencer è ricercato in quanto essere umano non diverso dalla gente comune: siamo tutti infatti alla ricerca di realtà e persone con cui possiamo identificarci.

 

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