Prima della nascita della serie “Dragon Ball Super”, il seguito ufficiale dell’arco narrativo “Dragon Ball Z” è stato per lungo tempo la serie animata “Dragon Ball GT” (ma solo per quanto riguarda l’anime a differenza della serie menzionata all’inizio che è anche seguito ufficiale del manga essendo curata dall’autore Akira Toriyama) prima che quest’ultima venisse cacciata fuori dalla continuity. Tuttavia per quanto “Dragon Ball Super” oggi divida ancora i fan, nemmeno “Dragon Ball GT” all’epoca era amato quanto le prime due serie animate ed è ancora oggi il prodotto ufficiale meno apprezzato dai fan, pur avendo anche esso delle parti assolutamente memorabili. Uno dei tanti fan che non ha apprezzato affatto “Dragon Ball GT” è il francese Laurent Gomez (conosciuto nel web come Salagir) e così, insieme all’ormai ex disegnatore ufficiale Gogeta Jr. (il suo vero nome è sconosciuto), ha ideato, senza scopo di lucro, un fumetto intitolato “Dragon Ball Multiverse”, presentato come nuovo seguito del manga e dell’anime e che è arrivato nel web nel maggio del 2008 attraverso una pubblicazione che prevedeva due pagine a settimana (che è variata diverse volte in base agli impegni e alle disponibilità degli autori).
La trama è questa: “Dieci anni dopo la fine di Dragon Ball Z, sul pianeta Terra si presenta una razza aliena, chiamata Varga, che sostiene di provenire da un altro universo. Non esiste infatti un solo universo, ma infiniti universi che sono spesso identici tra di loro ma in alcuni di questi si sono verificati dei piccoli cambiamenti che hanno completamente stravolto il corso della storia (per esempio: in un universo Goku non ha mai sbattuto la testa da bambino rimanendo un feroce saiyan e sterminando la Terra, in un altro Goku è stato ucciso da Freezer, in un altro la fusione di Vegeth non si è mai sciolta, in un altro ancora Majin Bu ha assorbito tutte le persone da lui ritenute forti, etc.). I Varga allora hanno deciso, mettendosi d’accordo con i kaioshin ed i namecciani del loro universo, di creare un gigantesco torneo a cui prendano parte partecipanti appartenenti a venti universi diversi. Il vincitore otterrà in palio le sfere del drago. Goku ed i suoi compagni d’avventure accettano immediatamente e saranno pronti a combattere nuovi potentissimi avversari, anche se questi ultimi debbano essere le loro versioni alternative. Tuttavia qualcuno trama nell’ombra…”
Tantissimi amanti dell’opera originale di Toriyama hanno apprezzato questo fumetto, sia per la trama semplice ma allo stesso tempo non scontata (da cui lo stesso “Dragon Ball Super” riprenderà degli elementi) e sia per la qualità dei disegni che il più delle volte non hanno nulla da invidiare a quelli del manga originale (anche se i capitoli speciali sono stati spesso criticati). L’opera è stata un successo strepitoso, diventando il fan-manga più seguito in assoluto. Ancora oggi infatti continua a mantenere la sua pubblicazione costante e viene tradotto in ben 33 lingue. Non c’è da stupirsi che per lungo tempo molti hanno chiesto un anime tratto da tale manga, ma la Toei Animation non si è mai fatta avanti essendo “Dragon Ball Multiverse” un prodotto non ufficiale. Il canale d’animazione di YouTube chiamato “bocodamondo”, avente poco più di 130.000 iscritti, ha deciso allora di accontentare i fan creando un anime amatoriale di cui il primo episodio è uscito l’8 maggio del 2012, il secondo il 21 febbraio 2013, il terzo il 1 giugno 2014, il quarto il 21 settembre 2015 ed il quinto il 30 novembre 2016.
Anche gli episodi animati (che sono stati doppiati in italiano da ZeroMic, canale che si occupa di adattare la maggior parte dei prodotti amatoriali legati a Dragon Ball su YouTube) sono stati un successo: essi hanno infatti totalizzato poco più di 11 milioni e 300.000 visualizzazioni. L’animazione di questa serie è abbastanza grezza nelle prime due puntate. Dalla terza in poi tuttavia la qualità diventa sempre più curata, pur rimanendo nei limiti di un prodotto d’animazione amatoriale. I dialoghi sono anche ben doppiati, sia in inglese che in italiano. Tuttavia c’è un problema fondamentale: l’anime è eccessivamente fedele al fumetto. Di solito nelle opere animate derivate questo è un elemento positivo, il problema è che esso è talmente fedele al manga che copia al 98% persino tutte le vignette dal punto di vista visivo. Non c’è quindi alcun guizzo, alcun elemento autoriale che faccia distogliere dal pensiero di star guardando il fumetto colorato che a stento cerca di muoversi. Non posso non premiare la volontà di voler portare un’opera tanto bella in una versione animata, ma se quest’ultima è identica alla sua controparte fumettistica sia nei dialoghi che nelle inquadrature con l’unica differenza di apparire in una veste molto più amatoriale (e di certo la pubblicazione delle puntate eccessivamente lenta non aiuta), allora tanto vale scegliere di leggere il fumetto che ha un look molto più curato e professionale (se volete potete iniziare la sua lettura qui).
L’anime di “Dragon Ball Multiverse” è la dimostrazione che non tutti i progetti a basso budget di YouTube ed in generale, anche se realizzati con il cuore, riescono ad ottenere un buon risultato.
(Articolo scritto e curato da Andrea Barone)