Una volta che si diventa popolari le case di produzione danno l’autorizzazione per fare film, libri, brand per accessori scolastici e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda gli youtuber, questi ultimi non si erano ancora presentati fuori dal web tramite una nuova forma d’arte: il documentario. L’anno scorso infatti era stato annunciato l’inizio delle riprese di “Social Dream”, un documentario aventi come protagonisti Lorenzo Ostuni (conosciuto sul web come Favij), Sabrina Cereseto (conosciuta sul web come LaSabri) ed il gruppo dei Mates formato da Stefano Lepri (conosciuto sul web come St3pNy), Salvatore Cinquegrana (conosciuto sul web come SurrealPower), Sascha Burci (conosciuto sul web come Anima) e Giuseppe Greco (conosciuto sul web come Vegas).

(I protagonisti del documentario nella foto)

L’argomento che analizzerò tra poco non l’ho trattato solo tramite questo articolo, ma anche tramite un video pubblicato in contemporanea sul canale ufficiale “TuberFan” della piattaforma YouTube. Chi preferisce quindi vedere approfondito l’argomento nell’alternativa appena menzionata clicchi qui. Gli altri invece continuino pure a leggere il resto dell’articolo.

I protagonisti menzionati sono tra i più famosi gamer di YouTube Italia (tutti hanno superato almeno il milione di iscritti) ed il documentario in questione dovrebbe riprendere la loro vita mentre essi fanno un viaggio in Giappone, senza alcun copione. L’idea quindi fa sembrare il tutto un gigantesco vlog, con la differenza che ad utilizzare la telecamera non sono i rispettivi gamer ma un gruppo di professionisti. Il regista dell’intero prodotto è Tak Kuroha, già autore di spot e di web-series, mentre le case di produzione sono la Web Stars Channel, la Indiana Productions (queste ultime due si erano già occupate del lungometraggio sci-fi “Game Therapy”) e Sky. Del progetto non si è saputo più nulla dopo il primo annuncio fino a quando, nel 13 ottobre, non è uscito un video di Lorenzo Ostuni nel quale il gamer, durante i primi 4 minuti, ha parlato del progetto ed ha persino fatto una reaction del trailer. Grazie a tutto ciò è stato confermato che il documentario verrà trasmesso da Sky sul canale 211 il 31 Ottobre alle ore 21,15.

(Lorenzo Ostuni mentre, sorpreso positivamente, guarda il logo del film)

L’idea di realizzare un’opera televisiva che illustri finalmente alla gente il lavoro del gamer e l’impatto mediatico che una figura del genere ha verso i giovani è davvero ottima e da quello che si è visto nel trailer le inquadrature sembrano davvero ben curate per un prodotto come questo. L’unico rischio per mandare a monte l’intera operazione è quello di impuntarsi molto di più sul lato da vlog dell’opera piuttosto che sul lato documentaristico e analitico. Tuttavia in tutto ciò c’è un problema molto più grosso che evidenzierò tra poco parlando prima di un’altra operazione molto simile.

Come se non bastasse infatti dal 1 al 4 novembre verrà distribuito nelle sale cinematografiche dalla NOTORIOUS Pictures “#Ops – L’Evento”, documentario su Elisa Maino, una vlogger diventata famosa per i suoi musically e che al momento ha più di mezzo milione di iscritti su YouTube e più di un milione di follower su instagram.

(Poster del film appena menzionato)

Questo film dal trailer, a differenza di “Social Dream” (anche se quest’ultimo sembra più curato nelle inquadrature), dà molto di più l’impressione di incentrarsi soprattutto sull’analisi della protagonista e sul suo impatto verso il pubblico, sperando che il risultato finale sia effettivamente ciò.

Tuttavia sia “Social Dream” che “#Ops – L’Evento” hanno lo stesso identico problema: l’essere arrivati nel momento sbagliato. La concezione che il pubblico esterno al mondo del web ha verso la figura dello youtuber in generale in questi tempi è davvero bassa: essi infatti sono visti come delle persone che ottengono una grossa popolarità e che guadagnano molto senza fare effettivamente nulla. Come sappiamo bene invece lo youtuber è formato da diversissime professioni che comprendono quella di attore, cantante, regista, scrittore, giornalista e chi più ne ha più ne metta. Tra queste attività abbiamo quella del gamer e quella del vlogger che sono in assoluto le più popolari. Per quanto abbia evidenziato in un articolo precedente quanto queste ultime categorie non siano formate da degli scansafatiche, non bisogna negare che quelle dei gamer e dei vlogger siano comunque le forme d’intrattenimento più povere e limitanti a livello di contenuti. Essendo tuttavia le più popolari, la gente comune ritiene che l’attività dei vlogger e dei gamer rappresentino totalmente il mondo di YouTube, come se non ci fosse nient’altro, quando in realtà non è così. Fare un documentario che analizzi quindi l’attività dello youtuber e la sua influenza è un’idea grandiosa… ma andava fatto illustrando le varie categorie dello youtuber (e quindi facendo esempi diversi come il comico Karim Musa conosciuto sul web come Yotobi, il critico Mattia Ferrari conosciuto sul web come Victorlaszlo88, l’attore/regista Michael Righini, etc.), senza ovviamente escludere quella dei gamer e dei vlogger perché sono tra quelle più importanti a livello di impatto mediatico. Facendo invece documentari, a prescindere dalla qualità, che parlano solamente di una categoria, scegliendo inoltre la più semplice e la meno artistica a livello di contenuti, si rischia di rendere ancora maggiore la già grande generalizzazione che la gente fa del mondo del web che invece non è da sottovalutare. C’è tuttavia da precisare il fatto che “#Ops – L’Evento” non può fare molti danni perché al cinema si fionderanno quasi sicuramente solo le fan di Elisa Maino, mentre invece “Social Dream”, essendo un prodotto televisivo, può avere una diffusione molto più ampia. Può anche darsi che le previsioni siano troppo catastrofiche e che in realtà i due documentari, invece di generalizzare utilizzando sempre il termine “youtuber”, specifichino che quest’ultima attività possa essere divisa in diversi ruoli. Speriamo che sia così e che sia “Social Dream” che “#Ops – L’Evento” risultino almeno dei buoni prodotti informativi.

(Articolo scritto e curato da Andrea Barone)

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