Negli ultimi giorni ci sono state un sacco di paure a causa dell’articolo 13 creato per la tutela del copyright. La situazione sembrava talmente grave che lo stesso YouTube ha incitato gli utenti a combattere questa legge, facendo video su questo argomento ed utilizzando l’hashtag “SaveYourInternet”. Ora, dopo tante proteste, la stessa Unione Europea ha dato la sua risposta sul suo account Instagram ufficiale:

<<C’è qualche disinformazione che circola sulla riforma della legge sul copyright che proponiamo.
Se siete YouTuber o amanti di YouTube, non preoccupatevi. Continuerete a fare quello che fate oggi 🙌: guardare i vostri vlog preferiti, filmare e pubblicare per i vostri amati follower, imparare dai tutorial, ascoltare musica e molto altro! Continuate a guardare e a godervi tutto ciò che facciamo!
Perché stiamo proponendo questa riforma?
👇👇
Perché … 🔹 Noi crediamo che artisti e creatori che condividono i loro contenuti online dovrebbero ottenere una giusta remunerazione per la loro creatività e duro lavoro.

🔹 Dobbiamo colmare questo divario di valore e assicurarci che la remunerazione per i creatori e le piattaforme online sia equamente condivisa.

🔹 Vogliamo potenziare e rafforzare la posizione di autori e artisti nelle trattative con grandi piattaforme che avvantaggiano in gran parte le loro creazioni.

🔹 Vogliamo che i contratti tra piattaforme online e creatori siano trasparenti.

Qual’è la prossima mossa?

La nostra proposta è in discussione tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE. Le nuove norme entreranno in vigore dopo che un accordo è stato raggiunto e la direttiva è adottata ufficialmente.>>

A quanto pare, almeno appellandosi a quello che dice l’Unione Europea, non c’è niente di cui preoccuparsi, anche se in realtà non fanno alcuna chiarezza sul fatto che YouTube, in base all’articolo 13, dovrebbe essere costretto ad occuparsi di ogni contenuto caricato dai creator e ciò è impossibile per la piattaforma. Non ci resta che continuare a vedere come proseguirà la faccenda, magari attraverso una risposta di YouTube stesso.

 

(Articolo scritto e curato da Andrea Barone)

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